Una settimana senza guidare


A parte alcune opinabili bizzarrie come votare per politici improbabili, doversi pagare le spese sanitarie, utilizzare automobili gigantesche, bere bevande piene di zucchero e altre amenità, negli Stati Uniti ci sono tante persone con grandi idee. Qualche tempo fa avevo scritto di quel gruppo che costruisce e installa panchine alle fermate di autobus, dove mancano o sono insufficienti. Adesso ho scoperto che, probabilmente all’insaputa l’una dell’altra, dopo la settimana europea della mobilità sostenibile un gruppo di associazioni statunitensi da qualche anno organizza la settimana senza guidare (week without driving). Non è una prova di resistenza o l’invito a cambiare modalità di spostamento, ma la presa di coscienza che molti non possono scegliere se guidare o no, esprimendogli solidarietà e stimolando i rappresentanti politici a partecipare e vivere in prima persona i disagi di chi vive ai margini di una società costruita intorno alla mobilità automobilistica.
Secondo una stima degli organizzatori, un terzo della popolazione statunitense non può guidare per motivi di età, salute, disabilità, basso reddito: senza opzioni come trasporto pubblico o marciapiedi sicuri, per molte persone è difficile andare al lavoro, a scuola, dal dottore o persino a trovare amici e parenti.
Come funziona? Semplice: per una settimana non si può guidare un’auto, spostandosi in autobus, treno o a piedi. E’ anche possibile andare in auto come passeggeri chiedendo un passaggio a qualche amico o prendendo un taxi, proprio come è costretto a fare chi non può guidare. Se poi si è costretti a mettersi alla guida, l’importante è tenere a mente che questa possibilità è preclusa a molti.
Mentre possiamo avviare una riflessione sul limite di età per il rinnovo della patente e come garantire comunque il diritto alla raggiungibilità, la settimana senza guidare ci lancia una sfida e uno stimolo a pensare un mondo che ha bisogno di robusti correttivi: anche per noi ciclisti arriverà un giorno in cui dovremo ringraziare la nostra bici per tutto quello che ci ha permesso di fare e a malincuore lasciarla in garage, no? 
L’appuntamento è dal 29 settembre al 5 ottobre.
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