Da dove deve passare una pista ciclabile? Se lo chiediamo ai tecnici del Comune, ci risponderebbero qualcosa tipo dove non dà noia a nessuno. Non dove serve, ma dove non leva posti auto, non ruba spazio alla circolazione; se poi costa poco, ancora meglio.

Basta una manciata di euro per mettere due cartelli "pista ciclabile" agli ingressi di un parco. Ed ecco fatto un chilometro e mezzo di pista ciclabile. O meglio, di "percorso" ciclabile, come lo definisce il Comune in un raro singulto di pudore. Il risultato lo vediamo nelle foto sotto. La foto di sinistra è relativa all'ingresso del parco lato ponte da Verrazzano, l'altra rappresenta l'ingresso lato ponte a Rovezzano (il ponte a due piani).

Per capire meglio l'(in)utilità della nuova pista, abbiamo riportato il tracciato su una foto aerea del quartiere di vale Europa, che vediamo qua sotto. La foto, meglio di una cartina, dà un'idea precisa di quali sono le zone più abitate, quelle con la maggiore densità di edifici, che generano (o attirano) i maggiori flussi di traffico. Le linee gialle rappresentano le principali strade del quartiere, la linea rossa la pista ciclabile. Balza immediatamente all'occhio che la pista ciclabile, a differenza delle strade, gira intorno al quartiere senza mai entrarvi veramente. La sola eccezione è il ramo che si distacca verso viale Europa, la cui realizzazione, peraltro, è stata in dubbio fino all'ultimo (osteggiata dai commercianti).

Ci si domanda anche in base a quale logica perversa il povero ciclista che deve raggiungere la parte iniziale di viale Europa debba farsi tutto il giro del quartiere (nel senso che ci deve proprio girare intorno)!!! Saranno pochi i ciclisti disposti a raddoppiare il proprio tragitto solo per seguire il percorso scelto dai tecnici del Comune. E poi dicono che le piste ciclabili sono inutili perché nessuno le usa!

I problemi, purtroppo, non finiscono con la scelta del tracciato. Anche la realizzazione lascia a desiderare. Bello passare dentro un parco, piace a tutti pedalare nel verde. Peccato che il fondo sia in terra battuta, che dopo una pioggia ha la pessima abitudine di trasformarsi in fango. Peccato anche che manchi l'illuminazione: d'inverno già alle quattro e mezza del pomeriggio fa buio. Chi torna dal lavoro dopo quell'ora (i più) non potrà passare dalla pista...

Fuori dal parco dell'Albereta, la pista è stata realizzata prevalentemente allargando di poco il marciapiede. Il risultato lo vediamo nella foto di sopra: il marciapiede è certamente largo per le esigenze dei soli ciclisti o dei soli pedoni, ma probabilmente ancora troppo stretto per evitare conflitti fra pedoni e ciclisti. All'ultimo momento, il giorno prima dell'inaugurazione (8 giugno 2003), sono stati rimossi gran parte dei lampioni che erano rimasti nel bel mezzo della pista. Sono rimasti però alcuni pali, fra cui quello fotografato sopra, che impegneranno i ciclisti in divertenti slalom. 

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