Uno sgradito ritorno
venerdì 1 agosto 2025 | di Patrizio Suppa
La conferenza delle Regioni ha dato l’ok al disegno di legge delega sul nucleare, e adesso spetterà al Parlamento dare l’ultimo ok. Tradotto in italiano, più o meno, il potere legislativo (cioè il Parlamento con tutte le sue sfaccettature) delega il potere esecutivo (il Governo) a fare una legge. Le Regioni hanno approvato il progetto (tutte, tranne Toscana, Umbria e Sardegna) che prevede di portare in Italia centrali nucleari di terza e quarta generazione, per produrre “energia sicura, pulita e innovativa”, secondo quanto ha detto il ministro. Come le tre parole possano stare insieme contemporaneamente parlando di energia nucleare per me resta un mistero. Le stesse regioni che hanno approvato la misura (e anche le tre che l’hanno bocciata) devono ancora mettersi d’accordo per trovare il sito unico nazionale dove stoccare le scorie che abbiamo adesso, con le centrali chiuse da quarant’anni. Per ovviare al problema si sta pensando di farne due o tre più piccoli, se non addirittura uno per regione. Restano sul tavolo i soliti problemini: costi elevatissimi, tempi di costruzione, rischi di incidenti e acquisto del combustibile perché, nonostante tanti parlino di autosufficienza energetica grazie all’atomo, il materiale dovremo comunque all’estero, come gas e petrolio. Tutto questo in barba a due referendum in cui abbiamo detto (e ripetuto) che il nucleare non ci interessa.
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