La tradizione ecologica 17
mercoledì 3 luglio 2024 | di Patrizio Suppa
In questi giorni il nostro ministero per l'ambiente ha inviato a Bruxelles il Pniec (piano nazionale integrato per l'energia e il clima) dove, in soldoni, il nostro Paese punterebbe ad avere nel 2050 l'11% di energia elettrica prodotta da centrali atomiche. Nonostante il “popolo” abbia già scelto per due volte di non utilizzare questa fonte energetica, ogni tanto qualcuno la tira di nuovo fuori dal cilindro, nel rispetto della nostra tradizione ecologica che di solito si concretizza nel menare il can per l'aia. Il valore dell'11% si concretizzerebbe nella costruzione di 6-7 centrali con 3 o 4 reattori ciascuna. Significa trovare altrettanti luoghi disponibili ad ospitarle, mentre sono anni che non si riesce a stabilire dove costruire il sito unico nazionale dove stoccare le nostre scorie radioattive, attualmente sparpagliate per tutta Italia. Forse sarebbe meglio prendere sul serio quello che è già scritto nel piano e che è poco digeribile dai più: “sarà necessario un sostanziale mutamento degli stili di vita e di consumo”.
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