L'amore non è bello se non è litigarello
martedì 4 giugno 2024 | di Patrizio Suppa
Come le grandi storie d’amore, quella tra ciclisti e ferrovie è da sempre una storia contrastata. Purtroppo non posso farlo spesso, ma mi piace salire su un treno con la bici, arrivare in terre distanti da casa e cominciare a pedalare vicino al mare, al lago o sull’appennino, per poi tornare a casa in bici o di nuovo in treno. Questo amore spassionato a volte lo sento tradito: scalini altissimi per salire sul treno, scalini nei sottopassaggi pedonali, ascensori troppo piccoli per metterci la bici, coincidenze troppo ravvicinate o troppo distanti, posti bici poco funzionali, e tutto questo nonostante la gentilezza e l’attenzione del personale di bordo. A volte il destino cinico e baro ci mette del suo: il treno che ho preso l'ultima volta si è fermato con la porta del vano portabici proprio sulla rampa dell’attraversamento dei binari, allontanando quindi il suolo di qualche ulteriore decina di centimetri: in pratica sarei dovuto scendere con un balzo da assaltatore, ma sono solo riuscito a non ammazzarmi e a non danneggiare la bici, ed è stato un grande successo. I ciclisti amano i treni: fateci amare anche quello che c’è intorno a loro.
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