Fare cassa (da morto)


Da mesi sento il solito ritornello: gli autovelox non possono essere utilizzati dai comuni “per fare cassa”. E’ curioso che questa affermazione venga molto spesso da chi ricopre importanti ruoli nello Stato: deputati, senatori, ministri e così via, arrivando fino ai consiglieri di quartiere.
Tutto questo come se qualcuno si alzasse la mattina e andasse a piazzare un autovelox dove gli pare per “vessare” i poveri automobilisti.
Usando il cervello si dovrebbe arrivare a sapere che già adesso ci sono regole piuttosto bizantine per l’utilizzo degli autovelox, e che non possono essere installati a piacimento da un Comune: può essere inserito solo su determinate strade, che abbiano avuto una certa incidentalità e infine deve anche essere approvato dal Prefetto. Come si può capire, è lo Stato che ne chiede l’installazione, lo Stato che l’approva e successivamente un ampio ventaglio di rappresentanti dello stesso Stato ne contesta l’utilizzo.
So che rischio molto, ma voglio provare ad addentrarmi nelle giustificazioni di questo furore anti-autovelox. Ci sono comuni che rimpinguano le casse comunali con le multe? Ho già scritto che è piuttosto difficile, ma ammettiamo che possa succedere: quanti sono questi casi? E se una minima percentuale di Comuni usasse davvero l’autovelox come bancomat, perché penalizzare tutti quelli che fanno regolarmente sicurezza stradale? Se un tutore dell’ordine usa impropriamente la pistola d’ordinanza, non vengono mica tolte le armi a tutti i poliziotti e carabinieri italiani, no?
Adesso invece vorrei di nuovo accendere il cervello: l’autovelox è uno strumento che serve alla sicurezza stradale oppure no? E’ questa la domanda a cui ministri, deputati e senatori dovrebbero risponder: se non lo è, toglieteli subito tutti; se invece lo è, tacete.
L’articolo 1 comma 1 del codice della strada recita: “La sicurezza delle persone, nella circolazione stradale, rientra tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato”.
Come “La legge è uguale per tutti” campeggia nelle aule di tribunale, questa frase dovrebbe essere scritta sui muri del ministero dei trasporti e di tutti gli assessorati alla mobilità d’Italia, giusto come promemoria per i più distratti: non vorrei che a forza di inveire contro gli autovelox “per fare cassa” si arrivasse a boicottarli, “per fare casse da morto”.
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