La rotonda sfortunata



Leggendo sui giornali l'ennesimo incidente sulla rotonda “dell'omino della pioggia”, appena restaurato e rimesso al suo posto, ho letto la parola “sfortunata” rivolta alla statua.
In questo caso la sfortuna non esiste: esistono corpi che si muovono ad una determinata velocità e dei cambiamenti di direzione da mettere in atto, dove uno è vincolato all'altro. Tutto questo non è regolato dal fato, ma dalle leggi della fisica, leggi che non possono essere derogate o abrogate in nessun luogo della terra. Se poi il corpo in movimento è impregnato di alcol, le leggi restano le stesse, ma la percezione si altera, con risultati devastanti.
I giardinieri del Comune potranno piantare migliaia di quadrifogli nella rotonda, ma nessuno di essi potrà proteggere la statua dalla “sfortuna”. Dovranno essere i tecnici a modificare l'assetto di una strada che apparentemente sembra un percorso per il chilometro lanciato.
Se proseguo il ragionamento, provate a dare un'occhiata ad altri cordoli, rotonde e spartitraffico il sabato o la domenica mattina: guardate quanti pali e cartelli divelti o piegati, e a quanti cocci di fari rimangono per terra. Sono tanti, solo che non hanno la “fortuna” di avere vicino una grande opera d'arte da danneggiare, quindi non finiscono neanche sui giornali.
La “fortuna”, ammesso che esista, è nel fatto che lì non ci fossero  pedoni, ciclisti o motociclisti.
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