Se le parole non bastano



Si continua a morire per strada, e rendersi conto che può succedere sulle strade che percorriamo tutti i giorni fa ancora più effetto, forse perché tendiamo a non prendere in considerazione la cosa.
Un ciclista è stato investito e ucciso ieri mattina. La polizia municipale sta facendo le indagini del caso (non credo manchino le telecamere in zona), ma leggendo gli scarni articoli di giornale e guardando le foto mi vengono alcune riflessioni. L’incidente è avvenuto verso le 5.30, quindi era ancora buio. Chi va in bici a quell’ora sa che non ci sono molte auto in giro, ma molte di quelle che si trovano corrono ben oltre il consentito. C’era una ciclabile proprio lì accanto, e la bici, da quello che mi pare di intravedere nelle foto, non sembra avere luci. Quanta responsabilità hanno avuto il ciclista e l’automobilista? Non lo so, ma adesso nemmeno mi interessa.
Tutto verrà chiarito approfondendo ciò che è avvenuto, ma al di là  del caso specifico mi chiedo quanta prevenzione si faccia per evitare tragedie come questa. Sui giornali si parla di “Multalandia”,  ma non si insiste sull’abbinamento educativo infrazione-sanzione. Si inveisce contro gli autovelox colpevoli di registrare i superamenti di velocità in città e che ci ricordano quanto siamo negligenti. Sui viali, quando mi capita di passarci in auto, vado sotto i 50 km/h, ma sono sempre molti che mi sorpassano, a sinistra o, se possibile, anche a destra. I due autovelox nei pressi di piazza Donatello servono solo ai turisti che non li conoscono, gli altri frenano per tempo per poi accelerare di nuovo: se è vero che meno del 14% delle multe degli autovelox sono state fatte a residenti fiorentini, sembra una gigantesca presa in giro mascherata da sicurezza stradale.
Quest’anno c’è già stato un morto quasi ogni 15 giorni: se dovessi gestire il traffico, e qundi la sicurezza dei cittadini, qualche domanda me la farei.
E’ tollerabile che da oltre dieci anni la pista dei viali sia interrotta in viale Belfiore, costringendo i ciclisti a manovre azzardate o a passare sui marciapiedi? Com’è possibile che ancora oggi la Fortezza sia un buco nero che inghiotte i ciclisti e la loro voglia di pedalare? Perché si continua a correre, sui viali e non solo lì? Perché si tollerano le auto sui marciapiedi che costringono i pedoni a camminare sulla carreggiata? Perché devo rischiare di morire andando a scuola, al lavoro o a spasso in bici o a piedi?

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