Una candidatura olimpica non si nega a nessuno: perché allora non “sognare” Firenze e Bologna che si candidano ad ospitare nel 2032 la più grande manifestazione sportiva del mondo? Ho già pronte le idee per le mascotte: tortellino e bistecca, oppure mortadella e finocchiona…
Grande occasione per rilanciare Firenze (cosa c’è da rilanciare?), l’annuncio ha subito suscitato l’entusiasmo di alcune categorie e qualcuno ha anche spronato a darsi da fare per il “ritardo infrastrutturale”… che in italiano significa fare il sottoattraversamento e l’aereoporto.
Ho già letto di impianti già pronti e di altri “smontabili” e a basso impatto, con vari Comuni già candidati ad ospitare qualche gara…
Per restare freddamente con i piedi per terra, al di là della grande festa sportiva, a me vengono in mente i costi da sostenere, gli impianti che resteranno (inutilizzati?) e l’impatto ambientale che hanno manifestazioni del genere, che non so se ci possiamo più permettere.
Proviamo a pensarci: solo sei anni fa abbiamo avuto i mondiali di ciclismo, e con l’asfaltatura di qualche chilometro di strada ce la siamo cavata… anche se già da tempo quell’asfalto si è riempito di buche.
Stavolta si tratta di costruire impianti nuovi, come uno stadio adeguato per le gare di atletica: quello attuale ha 12.000 posti, mentre un “normale” stadio olimpico, almeno negli ultimi anni, ha una capienza che va dai 46.000 posti di Rio agli 80.000 di Pechino. Si potrebbe pensare ad uno stadio nuovo, ma in tutti i progetti visti finora non ce n’è nemmeno uno con la pista, già smantellata trent’anni fa dall’attuale stadio fiorentino…
E che dire del villaggio olimpico? Diventerebbero case per chi non ne ha oppure appartamenti da affittare ai turisti?
La faccenda mi pare molto complessa e costosa, e per prendere una decisione adeguata è meglio sedersi, leggere dati e numeri e valutare, lasciando fuori dalla stanza l’eccitazione per il giocattolo nuovo.