venerdì 15 dicembre 2017

Gentile Direttore,
rispondendo alle lettere del Sig. Carabba, presidente dell'Associazione Ognissanti, e dell'Assessore Bettarini osserviamo che i problema  del mancato rispetto del codice della strada, in effetti, riguarda tutti gli utenti della strada, ma assume aspetti diversi. sia in termini di pericolosità che d’intralcio, proporzionali al veicolo coinvolto.  Si pensi, per esempio, alle automobili parcheggiate ovunque,  che rappresentano la maggior fonte di intralcio e disagio alla circolazione, con buona pace di trasporto pubblico, pedoni, disabili ed anche ciclisti. Ma si pensi anche alle innumerevoli manovre azzardate e spesso folli, fatte solo per guadagnare una manciata di secondi, che mettono ogni giorno a rischio la sicurezza di tutti gli utenti.
Certo, il rispetto delle regole è un tema che non riguarda solo chi si sposta in auto, in un paese dove è un ancora lontano il momento in cui vedremo una condotta su strada “mediamente rispettosa”. Non tutti gli automobilisti, non tutti gli scooteristi, ovviamente, sono indisciplinati, così come non lo sono tutti i ciclisti. Mai generalizzare. Ma a subire le conseguenze di questa situazione sono soprattutto gli utenti deboli della strada, pedoni e ciclisti, che non hanno intorno a sé una corazza di metallo;  questi utenti, tuttavia, sono anche quelli che, per il solo fatto di aver scelto di non usare l’auto, maggiormente danno una mano alla città in termini di minore inquinamento dell'aria, come ha ricordato anche l'assessore Bettarini. Muoversi quotidianamente in bici  significa anche soddisfare l'esigenza di svolgere un'attività motoria regolare per mantenersi in salute.
Il punto fondamentale , secondo noi,  è quello dell'organizzazione degli spazi. Lo spazio nelle strade cittadine è poco e, così com’è organizzato, non basta per tutti. Va quindi impiegato bene, privilegiando il mezzo pubblico a quello privato,  la bicicletta all’automobile, le auto condivise a quelle di proprietà. Dobbiamo dare atto al Comune di aver fatto una scelta coraggiosa con il tram; è ora il momento di trovare altrettanto coraggio per destinare a piste ciclabili e rastrelliere quel tanto di spazio che sia sufficiente per mettere a sistema  una rete ciclabile di base, come la “bicipolitana” da noi proposta, tenendo anche presente che la soluzione adottata da tantissimi cittadini di servirsi di moto o scooter per muoversi nel poco spazio che c'è nelle strade non si è rivelata una scelta felice. E’ infatti molto alta l'incidentalità di questi mezzi, che permettono anche di andare a velocità sostenute - ed è la velocità uno dei fattori che aggravano le conseguenze di eventuali incidenti - ma che non sono dotati né di air bag né di cinture di sicurezza, rendendoli quindi pericolosi sia per chi li guida sia per gli altri utenti della strada. La velocità (apparentemente) slow delle bici rende invece le strade più vivibili e più sicure per tutti.





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