venerdì 9 settembre 2016


Prima si mettano le rastrelliere, poi si facciano le rimozioni. Questa la posizione dell'associazione FIAB FirenzeInBici di fronte alla notizia delle rimozioni di biciclette nel centro storico di Firenze. E' amareggiato Luca Polverini, vicepresidente dell'associazione di ciclisti: "Ma come? Abbiamo chiesto prima a Renzi, poi a Nardella, di sottoscrivere un 'patto per la bicicletta' in cui, tra le altre cose, si impegnavano a installare rastrelliere e realizzare assi di attraversamento del centro storico. Entrambi hanno siglato il patto con noi, e con i ciclisti fiorentini; ma niente di quanto promesso è stato poi realizzato. E adesso, che le biciclette sono legate un po' ovunque a causa del numero insufficiente di rastrelliere e della inesistente pulizia periodica, partono le rimozioni a tappeto? Eh no, non ci stiamo"

A chi osserva che la cancellata del Duomo non è certo bella, con tutte le biciclette attaccate, Polverini replica: "Il Duomo, così come gli altri patrimoni monumentali fiorentini devono essere tutelati, questo è ovvio. Ma basta alzare di un metro lo sguardo, dall'inferriata alla facciata, per rendersi conto del fatto che il primo problema dei monumenti fiorentini non sono le bici ma l'invecchiamento da smog e questo, di sicuro, non è imputabile ai noi ciclisti urbani. Tra l'altro proprio di fianco alla cattedrale, fino a pochi anni fa, c'era una ampia rastrelliera, poi è stata rimossa. Dobbiamo capire che i ciclisti hanno bisogno di qualcosa di solido a cui legare i propri mezzi, altrimenti il furto è praticamente certo. Se davvero il Comune vuole promuovere la mobilità ciclistica, deve assolutamente installare una quantità sufficiente di rastrelliere, mantenerle libere da rottami e da bici abbandonate e deve segnalarne la presenza in modo tale che siano di facile individuazione per gli utenti. Non esistono alternative."

Ma FIAB FirenzeInBici punta il dito sulla gestione della mobilità nel suo complesso: le automobili procedono sempre più a passo d'uomo (ci preme ricordare come la velocità media delle auto in città sia uguale se non inferiore a quella dei ciclisti), bloccate negli ingorghi causati dai cantieri e da una gestione sbagliata dello spazio; i mezzi pubblici non stanno certo meglio, intrappolati nel traffico a causa della mancanza di corsie preferenziali; il servizio ferroviario metropolitano è ancora di là da venire per colpa dell'impasse sull'attraversamento dell'AV..."La soluzione di molti problemi potrebbe arrivare proprio dallo sviluppo della mobilità ciclistica - conclude il vicepresidente di FIAB FirenzeInBici - ma occorrono coerenza e un minimo di investimenti: rastrelliere e percorsi di avvicinamento e attraversamento del centro storico, per iniziare. Investimenti minimi, rispetto ai costi collettivi causati dalla situazione attuale. E serve sopratutto una gestione centralizzata e professionale della mobilità ciclistica, individuando figure specifiche che facciano da coordinamento tra i vari uffici ed assessorati: serve in poche parole un vero ufficio bici".


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