mercoledì 23 marzo 2016

È partita“Sulla buona strada” (#sullabuonastrada) la nuova campagna di comunicazione e sensibilizzazione sulla sicurezza stradale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Cinque spot sulle principali cause di incidenti mortali dovuti ai comportamenti sulla strada: cinture anteriori e posteriori non allacciate, uso del telefonino alla guida, velocità e mancanza di attenzione agli altri utenti della strada, mancato uso del seggiolino per bambini, mancato uso delle luci in bicicletta.

“Tornare indietro è impossibile: resta sulla buona strada” è il claim utilizzato da “Sulla buona strada” 2016. Protagoniste sei persone diverse per cinque cause diverse che provocano incidenti mortali. L'obiettivo è quello di trasmettere un messaggio semplice ed efficace: la sicurezza sulla strada è responsabilità di ciascuno di noi. E ogni singolo, attraverso il proprio comportamento, è coinvolto e chiamato in causa personalmente.

Per questo ogni protagonista della campagna con le proprie passioni, desideri e aspettative racconta come un comportamento sbagliato, dovuto alla distrazione o al mancato rispetto del Codice della strada, abbia influito per sempre sulla sua vita o se quella degli altri.

Lo spot sulla visibilità dei ciclisti

Uno dei 5 temi individuati, i cui spot sono già in onda, è quello sulla visibilità dei ciclisti. Gli altri temi sono: uso delle cinture di sicurezza, distrazione alla guida, velocità e utenti deboli della strada (che pure ci riguarda) e dispositivi di sicurezza per bambini.

Il sito del ministero spiega che "nel 2014 i ciclisti morti in incidenti stradali sono stati 273 e 16.994 sono stati feriti. La visibilità del ciclista, così come quella dei pedoni, rappresenta spesso un elemento determinante nella genesi dell’incidente. Ciò non solo per quanto accade nelle ore notturne ma anche nelle ore diurne in tutte quelle condizioni che rendono difficile la percezione dei ciclisti da parte degli altri utenti della strada."


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