giovedì 23 marzo 2006

Martedì mattina, quattro agenti di polizia municipale hanno cominciato a portare via le biciclette trovate allucchettate fuori dalle rastrelliere in via San Salvi, all’altezza del sottopasso ciclabile e pedonale. Immediato l’allarme fra i cittadini, rilanciato dal Corriere di Firenze e dall'associazione LaPortAccanto, il cui presidente era presente al momento dell'accaduto e ha raccolto la testimonianza di una signora sordomuta.

L'Associazione FirenzeInBici ha avuto ulteriori notizie sull'accaduto. Sembra che la razzia di bici sia avvenuta non su iniziativa del Quartiere 2 (pulizia delle rastrelliere), come si era immaginato in un primo temp, ma nell'ambito del progetto "Ama Firenze"" che fa capo all'Assessorato alla Sicurezza.

In pratica pare sia successo questo: alcuni anziani che fanno monitoraggio anti-degrado per conto del Comune hanno notato che a distanza di tempo a certi pali in via di San Salvi risultassero ancora legate delle bici. Ne hanno dedotto che fossero abbandonate e non, come in realtà è, in uso quotidiano a varie ore del giorno. Segnalazione all'Ufficio Città Sicura, corsia preferenziale, intervento dei Vigili Urbani contro il "degrado" e coneguente rimozione.

Naturalmente nessuno deve buttare la croce addosso ai volontari, il cui impegno è comunque da lodare; ma è chiaro che, in questo caso, chi ha ricevuto la segnalazione avrebbe dovuto capire che le biciclette erano parcheggiate ai pali perchè le rastrelliere sono insufficienti.

L'Associazione FirenzeInBici ONLUS ha stigmatizzato quanto avvenuto con il seguente comunicato.


L'amore per Firenze si esprime rimuovendo le biciclette? Questo è quello che appare a cittadini e ciclisti dopo aver visto rimuovere le biciclette legate a transenne e pali nella zona del quartiere 2, nell'ambito del progetto "AMO FIRENZE".

È curioso vedere che l'emergenza "decoro" della città abbia come priorità le bici lasciate sui marciapiedi. In una città dove l'aria è quella che è, il rumore è quello che è e la sicurezza pure (ricordiamo che l'anno scorso sono morte più di trenta persone in incidenti stradali), vedere che il problema sono le biciclette parcheggiate al di fuori delle rastrelliere fa pensare.

L'associazione Firenzeinbici ONLUS esprime la propria contrarietà verso le misure repressive della mobilità ciclistica e continua a richiedere con forza più percorsi protetti, più rastrelliere e un nuovo modo di pensare e gestire la mobilità, perchè il ciclista non è assimilabile a chi si muove a motore, a scoppio o elettrico che sia. Al contrario di quanto ritiene il Comune, rimuovere una bicicletta è un colpo al decoro della nostra città. Perché se c'è qualcosa di indecoroso, a Firenze, questa è proprio l'aria che tutti noi respiriamo.

I ciclisti dimostrano ogni giorno il proprio amore per Firenze, nonostante la gestione di questa città.


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