venerdì 13 febbraio 2004

La situazione dell'inquinamento da polveri sottili (PM10) si può dire fuori controllo? Il dubbio è quanto mai legittimo, se andiamo a vedere i dati dell'Arpat sul rilevamento delle polveri fini a Firenze. Difatti risulta che dal 28 gennaio il livello di PM10 è costantemente al di sopra del livello di attenzione, con frequenti superamenti del livello di allarme. Il 1 febbraio è stato raggiunto un livello di inquinamento quanto mai preoccupante.

Firenze dispone di tre centraline di rilevamento collocate in zone ad elevata densità di traffico. Attaulmente il PM10 è rilevato dalla sola centralina di via del Ponte alle Mosse. Le altre due, collocate in viale Fratelli Rosselli ed in viale Gramsci, sono attualmente impegnate in una sperimentazione sulla rilevazione del PM2.5 (le polveri ancora più fini). Il grafico qua sotto riporta i livelli di PM10 registrati in via del Ponte alle Mosse; la riga gialla rappresenta il livello di attenzione (50 microgrammi per metro cubo), la riga rossa il livello di allarme (75 microgrammi per metro cubo).

Il dato sulla concentrazione da PM10 viene fornito come media sulle 24h. Cioè un dato che fa la media delle concentrazioni sull'interno arco della giornata. Difatti l'inquinamento da PM10 è un inquinamento "di fondo": il livello della concentrazione non è strettamente legato al momento in cui avvengono le emissioni; il PM10 si concentra soprattutto quando le condizioni atmosferiche sono tali per cui vi è poco ricambio di aria. Questo, ovviamente, non può essere considerato un motivo per non agire ("è colpa del tempo"), poiché si tratta di un inquinante dannoso per la salute: a Firenze sono stimati quasi 200 morti, ogni anno, per il solo inquinamento da polveri fini. Quindi i livelli di PM10 devono essere abbattuti ad ogni costo; e visto che non possiamo far nulla per avere condizioni metereologiche più favorevoli alla dispersione degli inquinanti, la sola strada percorribile è quella della riduzione delle emissioni durante tutto l'arco dell'anno, ma soprattutto in inverno. Non è nemmeno possibile pensare di gestire l'emergenza quando questa si verifica: si è già visto che contro il PM10 sono scarsamente efficaci i blocchi del traffico quando il livello di inquinamento sale oltre un certo livello (proprio perché la mancata dispersione degli inquinanti è legata alle condizioni atmosferiche).

Numerosi studi hanno dimostrato un collegamento tra l'inquinamento da polveri sottili e una riduzione della funzionalità polmonare. Secondo i risultati di questi studi chi vive nelle città più inquinate ha un'aspettativa di vita inferiore di due o tre anni rispetto a chi vive in città con una migliore qualità dell'aria. Si stima che una percentuale prossima al 5% dei decessi dovuti a malattie cardiopolmonari possa in qualche misura essere collegato alla inalazione di inquinanti dispersi nell'atmosfera.

L'esigenza di abbatere l'inquinamento da polveri fini si farà sempre più pressante, visto che le normative che verranno introdotte dal 2005 imporranno limiti ancora più severi.


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