mercoledì 10 novembre 2010

Pendolare, precaria e virtuosa della mobilità: in treno ogni giorno dal Mugello a Firenze e poi al lavoro in bici: niente inquinamento, niente aggravamento della disastrosa congestione del traffico fiorentino. Andrebbe premiata e sostenuta. E invece no, viene punita, portandogli via la bici dalle rastrelliere della stazione, in uno dei  tanti smantallamenti periodici (che non vengono neanche sempre ripristinati).

Il messaggio: la prossima volta fai come tanti, vieni in auto, inquina, intasa, fai danni, parcheggia dove e come ti pare, nessuno ti farà nulla. Non te lo puoi permettere? Arrangiati!

Ecco la lettera:


Spettabile Sindaco Matteo Renzi

Spettabile Assessore Massimo Mattei

e p.c. Spett.le Segreteria dell’Associazione Firenzeinbici onlus

 

Vi scrivo quale pendolare tra Borgo S Lorenzo e Firenze in possesso di una bicicletta che usavo per spostarmi in centro di Firenze. Il mio mezzo è stato rimosso dalle griglie presso la Stazione di S. Maria Novella lo scorso 27 ottobre 2010. Purtroppo lavoro a Firenze solo tre giorni la settimana, così che non ho potuto vedere l'avviso, e ho semplicemente avuto la brutta sorpresa il 28 ottobre mattina, quando non ho più trovato traccia del mio mezzo alla stazione. Sembra sia stato fornito un preavviso di 6 giorni, anche se in realtà i giorni utili (lavorativi) erano solo quattro.

Il sentimento di disagio riguardo le rimozioni è diffuso, e lo dico sentendo il passaparola pur non facendo parte di nessuna associazione (cosa a cui porrò presto rimedio, invitando altri a farlo, alla ricerca di un minimo di tutela dei miei e degli altrui diritti). Gli altrui diritti non sono solo quelli di coloro che posseggono e utilizzano una bicicletta, ma anche di coloro che vivono la città e che hanno bisogno di respirarne l’aria, Voi compresi, nell’ottica di un vivere più sostenibile.

Vorrei far presente che l’applicazione della legge secondo criteri di buon senso è un sintomo di professionalità che a quanto pare è pregio di pochi. Un preavviso di pochi giorni (per non parlare delle 48 ore previste dalla legge) può essere applicato forse in zone residenziali, ma non in una zona della città dedicata al passaggio, che ha come unica necessità quella di fornire servizi efficienti.

Sono consapevole della difficoltà di organizzare i lavori in un capoluogo, ma quello che vedo è che sono stati spesi soldi dei contribuenti per una vasta rimozione che poteva essere evitata con un preavviso un po' più ampio o più ampiamente diffuso alla cittadinanza, anche via web.

Non credo che i costi delle rimozioni vengano recuperati con le multe di 38 euro per divieto di parcheggio, dato che i malcapitati spesso lasciano la propria bici alla Depositeria per comprarsene una nuova, che costa meno della multa. Quindi, a conti fatti, il costo delle rimozioni è doppio per la società: lo pagano sia i contribuenti che i proprietari dei mezzi rimossi. Senza considerare il disagio creato e la disapprovazione nei confronti di un'Amministrazione che si dice sensibile al problema della salute dei cittadini, senza dare un corrispettivo in azioni quotidiane concrete.

Mi sembra che, in genere, il carattere punitivo nell’applicazione della legge in centro a Firenze prevalga rispetto a quello preventivo, come dovrebbe avvenire invece in un paese evoluto.

E di questo, da Italiana, Toscana e Fiorentina, mi rammarico.

 

Sperando che le mie osservazioni vengano accolte in modo costruttivo,

Vi porgo i miei più cordiali saluti

 

Claudia Rossano


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