mercoledì 15 settembre 2010

Anche se si tratta di notizie riportate dalla stampa (La Nazione del 12 settembre 2010) rileviamo con piacere che finalmente qualcosa si muove per la bicicletta. E ancora più soddisfazione scaturisce dalla sostanza di quello che leggiamo, ampiamente allineato con ciò che abbiamo proposto nell'ultimo anno, in cui nnon si è avuto nessun progresso per la ciclabilità cittadina.

Innanzi tutto il concetto di rete ciclabile, invece di spezzoni di piste qua e la: l'unico che davvero favorisce lo spostamento di quote di mobilità dalla invasiva automobile alla virtuosa bicicletta. Da qui scaturisce, nell' intervista con Giampiero Gallo
pubblicata da La Nazione (vedi qui), la volontà di eliminare l'attuale frammentazione, sia per la mancanza di collegamenti fra piste ciclabili, sia per la cattiva abitudine di non realizzare gli attraversamenti ciclabili agli incroci, previsti peraltro da Codice della Strada e normativa tecnica.
E' esattamente quello che sosteniamo da sempre, e in particolare nell'ultimo anno, che ha visto un aggravamento della frammentazione a causa di modifiche alla viabilità che hanno ignorato e danneggiato la circolazione delle biciclette.

Innovativa, almeno per Firenze, la prevista installazione di semafori a chiamata ad alcuni attraversamenti ciclabili critici (come quello di piazza Ferrucci) in modo da garantire comunque la continuità dei percorsi per le bici invece che rinunciare all'attraversamento con precedenza (o cancellarlo, come a volte sentiamo dire da bizzarri paladini della sicurezza "alla rovescia")

La sosta delle bici sembra uscire finalmente dalla assurda visione di  "fonte di degrado": rastrelliere da aumentare per soddisfare l'utenza, sia alle stazioni e altri snodi del trasporto pubblico (per favorire la tanto celebrata intermodalità bici+treno) che nei punti di attrazione per chi si muove in bici (uffici, servizi, strutture e zone residenziali o commerciali etc.). Blanda stoccata anche alla persecutoria prassi delle rimozioni di biciclette da parte della Polizia Municipale, che devono essere focalizzate sugli abbandoni e non a far numero o a tormentare chi parcheggia la bici in modo (spesso capziosamente) "irregolare" per mancanza di alternative.

Compare finalmente l'avvio di un piano della ciclabilità cittadina. Esso sarà uno strumento essenziale per uscire dall'attuale, incancrenito disinteresse di settori chiave della macchina comunale che ignora la bicicletta o la vede come un fastidio.

Certo è che, sia nella programmazione degli interventi costruttivi a breve, medio o lungo periodo, che nella elaborazione del Piano, si dovrà dar voce agli utenti e ricorrere alla competenza delle associazioni che li rappresentano. La partecipazione è la chiave del successo, e garanzia di evitare opere mal fatte o inutilizzabili, come è avvenuto fin troppo spesso in passato.

Ora si passi ai fatti, l'associazione Fiab Firenzeinbici farà la sua parte.



articoli tratti da La Nazione in PDF, clicca qui e qui
o leggine il contenuto riportato sotto:



LA NAZIONE FIRENZE 12/09/2010
 
Piste ciclabili, rastrelliere, pulizia mensile: le strutture per la sosta saranno rinnovate e aumentate. Tra le novità c’è l’ipotesi dei semafori a chiamata
di STEFANO VETUSTI
 
IL PARCHEGGIO sotterraneo gratis per le bici alla Stazione di Santa Maria Novella è solo il primo passo del piano che Palazzo Vecchio sta mettendo a punto per creare una vera e propria città ciclabile. Il piano andrà in giunta entro la fine di ottobre. La filosofia di fondo degli interventi — per il quale Gallo si è ispirato in parte ad esperienze verificate all’estero, in Europa e negli Stati Uniti — è innanzitutto quella di completare la rete ciclabile esistente. Prima di dare vita a nuove piste, meglio finire quelle che ci sono, che non sono collegate bene tra loro. Così, tra i primi interventi, ci sarà la realizzazione dei tratti mancanti tra un pezzo di pista e un altro. «E’ questo uno dei problemi maggiori — osserva Gallo — Spesso la pista ciclabile finisce in mezzo a un incrocio. L’obiettivo è realizzare questi allacciamenti in modo da creare una vera rete che garantisca maggiore protezione a chi la percorre. Oggi quella esistente, per i buchi che ha, non si può definire tale». Un esempio tra i tanti. Piazza Ferrucci: venendo da Villamagna la pista si interrompe al ponte San Niccolò. Altri casi di emergenza sono alla Fortezza (da viale Belfiore arrivare alla Fortezza è un problema).
I PASSAGGI CICLABILI. E’ una emergenza. Allo studio ci sono anche soluzioni del tutto nuove. In piazza Ferrucci, ad esempio, l’idea sarebbe quella di piazzare un semaforo a chiamata (a scatto breve, una quarantina di secondi), per facilitare il passaggio dei ciclisti. Poi c’è il problema dei cosiddetti quadrotti, quegli scacchi bianchi che affiancano le strisce pedonali per indicare che il passaggio è consentito anche alle bici. Dove non ci sono i quadrotti i ciclisti dovrebbero scendere e portare la bici a mano. Ma quasi tutti non lo fanno e così si crea una promiscuità «fuorilegge» che va sanata. Sono numerosi i punti dove i quadrotti mancano del tutto o si sono ormai sbiaditi.
RASTRELLIERE. Ma uno dei punti chiave del piano è la rivoluzione delle rastrelliere. Quelle esistenti hanno in totale 7800 posti bici. La maggior parte sono a spirale, come quelle che c’erano sotto la pensilina della stazione. Andranno tutte sostituite. E aumentate di numero. Ne saranno sistemate 100-200 alla volta, davanti a scuole, uffici. Il modello utilizzato dovrebbe essere quello a U rovesciata, che si trova in via De’ Gondi. «Le rastrelliere spesso oggi sono sature — dice Gallo — e se uno non trova dove parcheggiare la bici questo è un ulteriore deterrente a usarla». Basta girare la città per vedere bici parcheggiate ovunque. «E questo problema va eliminato poiché contribuisce ad alimentare l’idea, sbagliata, che la bici sia un’offesa al decoro». Disciplinare quindi la sosta delle bici è l’imperativo del piano. In che modo? «Vanno censite le bici che ci sono, per capire quelle che vengono usate davvero e quelle che invece restano lì, diventando poi carcasse da rimuovere. L’idea — continua Gallo — è avere un quadro anche visivo delle rastrelliere, per sapere dove sono e dove mancano».
PULIZIA MENSILE. E’ l’altra novità. La pulizia sarà anche un modo per «stabilire un contatto diretto con i proprietari delle bici». Alle rastrelliere saranno piazzate bacheche con il calendario delle pulizie e altre informazioni utili per i ciclisti, consigli su come ridurre i rischi da furti, sulla sicurezza. La mappa delle rastrelliere, con le date delle pulizie mensili, verrà messa su internet». Il meccanismo della pulizia servirà a fare la «selezione». Le bici che non verranno spostate saranno rimosse. Se la rastrelliere invece risulterà sempre piena allora vorrà dire che per quella zona è insufficiente e ne dovrà essere realizzata un’altra. «In modo da avere anche un censimento delle rastrelliere necessarie. La pulizia mensile risolverà anche il problema delle bici lasciate in un punto per lungo tempo, praticamente abbandonate».
RIMOZIONI. «Dovranno essere fatte con criterio — sottolinea Gallo — con un preavviso di almeno 15 giorni. Siamo convinti che quando il piano andrà a regime anche il fenomeno delle rimozioni si ridurrà». C’è anche l’idea di un sistema di «sentinelle» della rimozione per avvertire i ciclisti: «Mettendo, come avviene in alcuni Paesi stranieri, dalle fascette colorate alle bici per avvertire il proprietario: se la fascetta non viene tolta, è il segnale dell’«assenza» del proprietario e scatterà la rimozione.



LA NAZIONE FIRENZE 12/09/2010
 
CANTIERI LUNGO VIALE MICHELANGELO
«Il noleggio è in crescita Servizio da potenziare» Nuovi percorsi, via ai lavori
 
POTENZIARE il servizio di noleggio e nuovi tratti ciclabili. Queste le altre novità in arrivo sul fronte della mobilità ciclabile. «Il noleggio ha dato buoni risultati e riscuote molto interesse, soprattutto fra i turisti — dice Gallo — In un anno i noleggi sono circa 15mila. L’obiettivo è potenziarlo». Nell’arco di qualche settimana dovrebbero anche essere appaltati i lavori per la pista del viale Michelangelo (da piazza Ferrucci) e nella zona Canova-Talenti. Sarà da studiare invece insieme alla soprintendenza la soluzione più adatta per la pista sul ponte S. Trinita (nella foto). Tra le ipotesi allo studio anche la creazione di un ufficio bici in Palazzo Vecchio, per coordinare interventi e segnalazioni: «Sarebbe molto utile», dice il consigliere alle bici Giampiero Gallo. Intanto, riprenderà a breve l’attività dei laboratori della Cooperativa Ulisse per la riparazione delle biciclette abbandonate. La giunta comunale infatti ha dato il via libera, su proposta dell’assessore Stefania Saccardi, al nuovo protocollo che disciplina i rapporti tra Amministrazione, Carcere di Sollicciano, Istituto per i minorenni Meucci e la cooperativa. Viene rinnovata l’intesa scaduta qualche mese fa ma con la novità che il 2% delle bici riparate siano destinate al Comune. Il Comune si impegna a donare alla Cooperativa sociale Ulisse le biciclette necessarie all’attivazione dei due laboratori-officina interne ai due istituti di pena che si occuperanno della riparazione dei mezzi. Si tratta delle bici rimosse e non reclamate dai proprietari. Mezzi che si accumulano nella depositeria. Le bici verranno poi vendute dalla cooperativa e i proventi dovranno essere destinati esclusivamente alla prosecuzione dell’attività. La Cooperativa Ulisse da parte sua si impegna a gestire le officine interne dei due istituti di pena e a riparare le bici provenienti dalla depositeria (e quelle eventualmente affidate da altri enti o privati). E anche a mettere ogni anno a disposizione dell’Amministrazione comunale il 2% delle biciclette riparate per finalità diverse.
 
 


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