politici: tutti per la bici?

di Valerio Parigi

La cosa non può che farci piacere, e ancor più trovar terreno fertile trasversale.
Di recente si è espresso il centro-destra fiorentino, che ha avanzato sue proposte per favorire le biciclette nel traffico cittadino (vedi qui), e poco dopo Eros Cruccolini consigliere comunale di Sinistra Ecologia e Libertà (vedi qui). L'incentivazione della bicicletta è stato anche frequentemente al centro dell'attività consiliare dai banchi dell'opposizione di sinistra da parte di Tommaso Grassi (Verdi/Spini) e di Ornella De Zordo (PerUnAltraCittà). Nelle file della maggioranza anche Giovanni Fittante (IDV) si è fatto avanti in consiglio comunale.
Il PD, partito di maggioranza con 24 seggi in consiglio, ha espresso tutto un capitolo del programma di mandato dedicato allo sviluppo della ciclo-mobilità, ricalcando in buona parte il Patto per la Bicicletta sottoposto a suo tempo da Fiab Firenzeinbici ai candidati alle elezioni comunali: "Patto" firmato col sangue da parte dell'attuale Sindaco Matteo Renzi, e da molti altri candidati. I firmatari in Consiglio sono infatti ben 12, sia nella maggioranza che all'opposizione.
Il governo cittadino ha poi espresso anche un "consigliere speciale per la bicicletta", Giampiero Gallo, tenacemente impegnato da circa un anno a dare sbocco concreto agli impegni sottoscritti dal Sindaco.
Un quadro idilliaco, insomma. Firenze capitale della bicicletta in Italia?

Guardandosi intorno non sembra, purtroppo; i progressi fatti finora sono modesti - e tristemente controbilanciati da dolorosi passi indietro. Possibile che tanta e rara convergenza di forze politiche diverse non porti a risultati concreti?

Di certo, al di la della volontà politica (vedi ns comunicato stampa) molti ostacoli, freni, muri di gomma e anche ostilita' vengono dall'interno della "macchina" comunale, e in particolare dal settore Mobilita: minimalismo burocratico, una saga di "non si può", con grande dispendio di energie per scovare paradossali e bizzarri cavilli atti, secondo alcuni, a giustificare impossibilità spesso inventate a realizzare questo o quello.
A completare l'opera poi  abbiamo le molto concrete persecuzioni dei Vigili alla sosta bici "fuori degli spazi consentiti" (cioè, secondo loro, solo in rastrelliera), con razzie insensate di bici legate a pali e transenne, che non intralciano nessuno.

Ma alla fine il fulcro è di nuovo politico: se burocrati comunali e Vigili impediscono ogni progresso devono sentirsi legittimati, o per lo meno ritenere che le dichiarazioni ufficiali di sostegno alla mobilità in bicicletta siano puro esercizio teorico senza effetti pratici.

E se avessero ragione loro,  i burocrati?

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