giovedì 2 agosto 2012

In questi giorni stampa e radio fiorentine hanno riportato opinioni sul rifacimento della ciclabile di ponte Santa Trinita con giudizi tanto sprezzanti quanto bizzarri, riassumibili nel fatto che il cordolo sarebbe "brutto" e "pericoloso".
Chiunque abbia percorso in bici la pre-esistente corsia ciclabile, separata da un striscia continua, sa che era abitudine consolidata di auto e moto invaderla, mettendo a rischio l'incolumità dei ciclisti e causando incidenti di varia gravità. Da adesso, grazie alla separazione in pietra, i pirati della strada non potranno più percorrere la pista ciclabile. I pericoli sono dunque radicalmente ridotti, al contrario di quanto asseriscono i detrattori dell’intervento.

Il cordolo in via di installazione è in sostanza uno stretto marciapiede, in pietra, esteticamente neutrale, simile a quelli già presenti anche sul ponte. Viene il sospetto che le alte grida non abbiano neanche atteso di vedere l'opera finita, basandosi su un cantiere e manifestando così la loro pretestuosità.

"Orribile" in realtà è la bolgia di traffico aggressivo ed invasivo che attanaglia Firenze, persino nel suo centro storico. L'uso della bici, per fortuna già piuttosto diffuso fra i fiorentini, è una valida alternativa a cui dare più spazio e sicurezza, con la realizzazione di piste ciclabili protette dall'invasione continua e abusiva di altri mezzi di trasporto ed altri interventi sulla viabilità miranti a facilitare le bici e ridurre il grosso impatto negativo del traffico motorizzato. L'associazione FIAB Firenzeinbici invita gli amministratori a non cedere a pressioni poco qualificate (vedi: https://www.firenzeciclabile.it/notizia.aspx?id=3344), proseguendo nello sviluppo della rete ciclabile cittadina.

I personaggi al centro della insensata polemica farebbero bene a spingere Firenze verso modelli di mobilità ormai consolidati in tutta Europa, con meno auto e moto, più trasporto pubblico, biciclette, aree pedonali, vivibilità. E perché non sfruttare la torrida estate per dare un'occhiata al di là delle Alpi, dove città dal grande patrimonio storico hanno sviluppato la mobilità sostenibile con eccellenti risultati. Sarebbe un’occasione per tornarne a casa con idee e proposte ben lontane dalle risibili polemiche improvvidamente innescate.











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