Dopo la spaventosa esplosione al distributore di gpl a Roma, a qualcuno viene in mente che questi distributori possono essere pericolosi e che sono troppo vicini alle abitazioni.
Provate ad andare in giro e provate a guardare dove sono posizionati gli impianti: anche quando costruiti in estrema periferia, lo spazio intorno è diminuito con il passare degli anni, come se i permessi per costruire piovessero dal cielo. Basta pensare alla tragedia avvenuta a Calenzano, dove il problema non era il gpl, ma la benzina, e il deposito che prima era in campagna e ora è circondato dai capannoni.
Ci sono misure di sicurezza stringenti, è chiaro, ma la domanda è la solita: le nostre auto viaggiano grazie ad un liquido (o un gas) infiammabile, le aree di servizio devono essere rifornite con autobotti che viaggiano, con tutti i rischi che ne conseguono, su strade e autostrade. Ricorderete anche voi qualche anno fa
l’esplosione della cisterna sulla tangenziale di Bologna.
Sebbene il rischio zero non esista e che il corto circuito può causare incendi, il passaggio alla motorizzazione elettrica potrebbe darci più sicurezza.