Una scelta per pochi
martedì 6 febbraio 2024 | di Patrizio Suppa
Ha fatto discutere il referendum comunale sull’aumento delle tariffe di parcheggio per i gipponi che si è svolto domenica scorsa a Parigi. Per me sarebbe naturale vietarne la vendita, la circolazione e la progettazione, altro che aumentare la tariffa della sosta: quando sono fermi è il momento in cui fanno meno danni. Vorrei però fare un ragionamento che vada oltre il mio punto di vista da troglodita. Ho letto di dichiarazioni entusiastiche per il risultato ottenuto (oltre il 54% ha votato a favore), ma hanno votato meno del 6% degli elettori, per cui, a grandi linee, ha votato a favore poco più del 2,5% degli aventi diritto. E’ un risultato che può valere qualcosa? Per cambiare lo zerbino condominiale serve una maggioranza più sostanziosa… Il referendum chiedeva se triplicare o no la tariffa dei parcheggi per i gipponi, ma essendo una categoria dello spirito automobilistico senza alcuna codifica ufficiale, resta semplicemente un’auto più grande, più pesante e anche potenzialmente più pericolosa. Resta difficile inserirli in una categoria, tanto che una ventina di anni fa, con indiscutibile fantasia, l’allora Assessore all’ambiente fiorentino emise un’ordinanza anti gippone che li giudicava dal diametro delle ruote. Non mi pare abbia sortito grandi effetti, nonostante la buona volontà. In tutti i commenti che ho letto sul referendum parigino, si ripeteva il ritornello del triplicare le tariffe attuali, ma nessuno si è soffermato su queste: fanno sei o quattro euro l’ora per parcheggiare, a seconda della zona della città, una tariffa che da noi farebbe sollevare le masse oppresse dalla dittatura delle strisce blu, e darebbe il via al nuovo episodio del supereroe farlocco: Fleximan contro il parchimetro.
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