Ma mi faccia il piacere 57


Un ministro amministra. A volte parla, e il risultato è discutibile. Se poi il ministro dei trasporti (ex mobilità sostenibile) dice che “adoro andare in bicicletta laddove ci sono spazio e sicurezza. Fare le piste ciclabili anche laddove le situazioni sono complicate può essere un rischio per tutti” e che Milano non è adatta alle biciclette perché è una città piccola e stretta, mi viene la pelle d’oca.
Sbrigativamente potrei rispolverare un vecchio volantino polemico che scrissi qualche anno fa: la circolazione delle biciclette è vietata per motivi di sicurezza, ma non so se coglierebbe l’ironia e potrebbe prendere l’idea sul serio. In seconda battuta mi chiederei qual’è la città ideale per andare in bici: Parigi? Amsterdam? Berlino? La risposta posso dargliela io: nessuna città è adatta alla bicicletta se non si lavora per renderla tale, con le ciclabili dove servono, con la moderazione del traffico, la riduzione dei limiti di velocità e controlli automatici ovunque.
Laddove le situazioni sono complicate, si possono semplificare: vuol fare un ponte di tre chilometri sullo Stretto e non è in grado di fare un attraversamento ciclabile sicuro? E’ come volersi laureare in matematica senza sapere le tabelline.
Capisco che tutto quello che sa di ambientalismo o presunto tale (bici, auto elettriche, no al nucleare, riduzione delle emissioni, cambiamento climatico…) lo metta in agitazione, ma la realtà è questa, e con questa dobbiamo fare i conti. Opporre resistenza ci fa solo più male adesso e costringe a rincorrere ancora più veloci domani.
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