Era lavabile 2


Ha suscitato molto clamore l’ultima protesta contro il cambiamento climatico, dove due giovani hanno spruzzato vernice lavabile sul muro di Palazzo Vecchio, così come immagino abbia fatto scalpore l’immagine del Sindaco che placca uno degli attivisti.
Di nuovo è ripartita la discussione e il biasimo sul gesto: imbrattare un palazzo storico, simbolo della città, non è bello e non aiuta la causa.
Mi permetto però di aggiungere qualche mio infimo ragionamento su quanto è successo.
La crisi climatica esiste o no? La stragrande maggioranza degli scienziati la conferma.
Si fa abbastanza per contrastarla? No, sempre secondo gli scienziati, tanto più che erano stati appena confermati alcuni sussidi per l'utilizzo dei combustibili fossili.
Chi pagherà le conseguenze della crisi climatica, tra 20 o 30 anni? Quelli che oggi di anni ne hanno meno di 40, mentre molti di quelli che oggi possono decidere se cambiare, sorvolano sul problema.
E’ ovvio che i giovani si sentano in pericolo e che cerchino di rivendicare il loro diritto a vivere dignitosamente domani.
Fatto questo quadro, riprendo uno dei pensieri che ho letto qualche tempo fa, relativamente ad un blocco stradale per gli stessi motivi: i diritti devono essere conquistati, perché chi ha il potere, per i motivi più vari, non ha piacere di darli e farà di tutto per mantenere lo status quo.
Qualche piccolo esempio? Pensiamo alla lotta dei neri statunitensi contro le normative segregazioniste, oppure alle suffragette che rivendicavano il voto alle donne, o anche all’obiezione di coscienza al servizio militare oppure il movimento operaio che chiedeva migliori condizioni di lavoro: tutte cose ottenute con varie forme di lotta e che hanno portato gli attivisti e attiviste anche a infrangere la legge e ad essere giudicati in tribunale, senza dimenticare che qualcuno ha pagato con la vita le proprie rivendicazioni.
Dando per assodata la scelta di azioni non violente e non condividendo l’imbrattamento del muro di Palazzo Vecchio, anche se era vernice lavabile, posso capire questi gesti.
Bene ha fatto il Sindaco, dopo la concitazione dei momenti dell’azione di protesta, ad invitare questi gruppi a parlare con “la politica”, ma mi aspetto anche che ci sia una riflessione sulla direzione che questa città, questo Paese e questo mondo stanno prendendo. Sarà poca roba, certo, ma cominciamo a dare uno o due piccoli segni di buona volontà da mettere in pratica all'interno dei confini comunali: basta con i tabelloni pubblicitari luminosi e illuminati e basta con i tavolini nelle piazze riscaldati con le lampade e le stufe. Rispetto alle problematiche dell'aeroporto o del rigassificatore sono inezie, ma sempre meglio che perdere tempo con il casco per i monopattinatori, no?
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