Probabilmente si tratta di un nervo scoperto che appena viene sfiorato partono i lamenti… e il nervo scoperto è il passaggio della tramvia dal Duomo.
Sono bastate alcune dichiarazioni di un’Assessora (ormai ex) per scatenare l’ira funesta del Sindaco. Da qui sono partite una serie di discussioni sulla politica cittadina, le relazioni tra amministratori, le candidature prossime future.
Vorrei però tornare sull’argomento più serio: si può riparlare del passaggio tramviario dalla piazza del Duomo, anche se si rischia di dare un dispiacere al Sindaco? Perché Sindaci e Assessori vanno e  vengono, mentre i binari invece restano e fanno la differenza se messi nel posto giusto o sbagliato. Come ho scritto più volte, mi sono ricreduto sul passaggio dal Duomo, da scettico a favorevole, visto anche quello che è diventata la piazza: una sorta di parco giochi del selfie, con ampie zone di rifocillamento e in alcuni orari pochissimi spiragli per passare. Serve tutto questo alla città e ai suoi abitanti?
La risposta arriva direttamente dalla cartina con le linee tramviarie, attuali e future: tanti raggi, ma un immenso buco nel mezzo della città. Non solo: l’assurdità di arrivare dalla stazione a piazza San Marco passando dai viali è davvero emblematica: se capisco bene ci saranno 6-7 fermate, quando probabilmente ne basterebbero un paio, con i conseguenti tempi dilatati per arrivarci. In alternativa, per molti non è un problema la decina di minuti da fare a piedi dalla stazione al Duomo, ma per qualcuno sì.
Se rete deve essere, rete sia, anche riprendendo in mano con coraggio le scelte fatte con le migliori intenzioni e che, dopo una quindicina di anni, mostrano i propri limiti.