E' uscito in questi giorni il rapporto “Mal'aria” di Legambiente, una denuncia sulle (pessime) condizioni dell'aria che respiriamo. Ci sono 72 capoluoghi di provincia su 95 superano i limiti di inquinamento dell'Oms (che, ricordo, sono più restrittivi di quelli dell'Unione europea), con la prospettiva che quando nel 2030 anche i limiti europei diventeranno più stringenti, molte città dovranno lavorare molto per non farsi trovare impreparate.
Le città più problematiche sono nel nord Italia, principalmente nella pianura Padana (Torino, Milano, Asti, Modena, Padova, Monza e così via. Se da noi le PM10 al momento sembrano abbastanza governabili resta il problema degli ossidi di azoto: Firenze ha la concentrazione media più alta della Toscana. Nel rapporto c'è anche indicata la riduzione percentuale che la nostra città sarà chiamata a fare nel 2030 quando entreranno in vigore i nuovi limiti: -15% per le PM10 e -32% per gli NOx. Questi numeri potrebbero non dire niente, così nel rapporto è indicata anche la riduzione effettuata tra il 2011 e il 2021: rispettivamente -5% e -6%. C'è molto da lavorare quindi, e mi permetto una domanda: solo il 5 e il 6% in meno in dieci anni, nonostante le tramvie (T1 dal 2010 e prolungata dal 2018, T2 dal 2019)? Ben vengano le tramvie (fatte bene), ma mi resta l'impressione che il loro beneficio nella riduzione dell'inquinamento sia sovrastimato: servirà qualcosa di più? Legambiente propone misure drastiche: limite di velocità a 30 km/h, zone a emissioni zero (riscaldamento compreso), abbonamenti agevolati al trasporto pubblico, mobilità condivisa e urbanistica a misura d'uomo (la città dei 15 minuti).