Un vecchio e inossidabile slogan pubblicitario recitava “prevenire è meglio di curare”. Il suo scopo era vendere un dentifricio, ma è diventato una sorta di proverbio inattaccabile: chi potrebbe non essere d'accordo?
In questi giorni l'Assessore alla mobilità ha detto al Consiglio comunale che nel 2022 il Comune ha incassato 20 milioni (che diventano 10, ma non ne ho capito il motivo) dalle multe. E' stato chiesto di utilizzarli tutti in sicurezza stradale, soprattutto con la prevenzione. D'accordissimo, eccomi qua, sono pronto ad appoggiare l'iniziativa. Che questa si declini nell'educazione stradale a scuola (e fuori) per bambini e ragazzi, beh, mi pare un'iniziativa un po' scarsina.
La sicurezza stradale che compete a bambini e ragazzi è semplice: attraversare sulle strisce, passare con il verde e fermarsi con il rosso, come usare la bici sulle ciclabili e sulla strada, cosa significano una decina di cartelli stradali. Direi che tutto questo si può imparare in un'oretta. La domanda che mi faccio è un'altra: a che serve investire più del minimo necessario sull'educazione stradale a scuola se la maggior parte di chi è al volante (o al manubrio) ha già in mano una patente?
Non trovate bizzarro questo continuo demandare alla scuola quello che la società trova problematico?
Per riprendere lo slogan iniziale, prevenire gli incidenti è meglio che curare i feriti o piangere i morti: la prevenzione della pubblicità la fanno l'uso di spazzolino e dentifricio e i controlli del dentista, sulla strada servono autovelox, fotored e controlli dei vigili urbani. Guardando su internet, mi pare di capire che un impianto autovelox costi circa 80.000 euro, mentre uno fotored circa 50.000 euro. Io, che amo la prevenzione, tra le varie spese da fare con quei 10 milioni, comprerei una decina degli uni e degli altri: sarebbero solo 1,3 milioni dei 10 da destinare alla sicurezza.