Non ha avuto molta risonanza lo studio che l’associazione Transport and environment ha
pubblicato pochi giorni fa: le case automobilistiche sottostimano le emissioni di CO2 nel ciclo di vita delle proprie auto. Il dieselgate ce lo ha mostrato in modo lampante, ma la sottostima dell'inquinamento continua ad essere un problema.
I grandi investitori che vogliono utilizzare il denaro per scopi ambientalmente sostenibili hanno a disposizione un certo numero di aziende che rientrano in determinati parametri di emissioni di CO2.
Entro il 2023 i grandi fondi di investimento dovranno dichiarare anche le emissioni di “livello 3” delle aziende che hanno nei propri portafogli azionari. Le emissioni di livello 1 sono quelle dirette, quelle di livello 2 sono relative al consumo di energia e quelle di livello 3 invece sono relative all’uso dei prodotti.
Un’azienda che produce auto a combustione ha emissioni del livello 3 elevatissime, tanto che, secondo lo studio, si avvicinano molto a quelle alle aziende petrolifere. Avere una stima realistica delle emissioni permetterà agli investitori di sapere con certezza come saranno usati i propri soldi.
Mi pare il minimo, nel mondo del libero mercato.