La vita è fatta anche a scale
mercoledì 28 settembre 2022 | di Patrizio Suppa
E' un proverbio che sanno anche i bambini: “la vita è fatta a scale, chi le scende e chi le sale”, per mettere in risalto la differenza dei destini delle persone. Se invece le scale sono quelle di un sottopassaggio ferroviario (vietato attraversare i binari, servirsi del sottopassaggio) e avete una bicicletta, salire o scendere fa poca differenza: è faticoso. Se invece avete le borse cariche attaccate al portapacchi, si fa più fatica, ma la differenza la fa l'istantaneo e riconoscente pensiero che parte dal Ministro dei trasporti e arriva fino all'ultimo (in ordine alfabetico) addetto alla rete ferroviaria. Sarò banale, sarò ripetitivo (mi annoio da solo), ma nel bel mezzo della transizione ecologica (ammesso che ce ne sia una) trovare i sottopassi ferroviari senza la canalina laterale che permette di spingere le bici invece che caricarsele sulle spalle fa la differenza e non costa un granché. Non solo: nelle occasioni in cui prendo il treno, il numero dei passeggeri con bici al seguito è sempre consistente. Forse è una soluzione troppo semplice, forse troppo economica: in una risposta alle tante mail di protesta che ho scritto negli anni mi è stato risposto “L’adozione degli scivoli per le biciclette lungo le rampe scale può infatti costituire un elemento di riduzione dell’accessibilità per tutti i passeggeri, in considerazione anche dei flussi connessi ad eventuali situazioni di emergenza”. Con una risposta del genere qualcuno potrebbe pensare che abbia chiesto di costruire una pista ciclabile: no, solo due canaline, a destra e a sinistra e attaccate al muro, per una larghezza totale di una quarantina di centimetri. Potrebbe fare la differenza in caso di emergenza? Non lo so. Sicuramente la farebbe nella quotidianità.
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