A volte le cose sensate suscitano scalpore, come l’ordinanza che obbliga i negozi che hanno l’aria condizionata accesa a tenere chiuse le porte, per evitare la dispersione dell’aria refrigerata.
Una scelta che chiunque di noi fa regolarmente a casa sua è vista con sospetto dai titolari dei negozi stessi: avere la porta chiusa è un blocco “psicologico” per il potenziale cliente. Sarà vero? Forse sì, ma un atteggiamento vero può essere modificato, se necessario, no? Da tempo abbiamo imparato a non bruciare sul rogo le streghe o a usare il treno al posto del calesse, sarà quindi possibile entrare in un negozio aprendo una porta, no? Oppure dubitiamo così tanto dell’evoluzione umana da non ritenerci capaci di farlo? Molti di quelli che si lamentano potrebbero anche essere
gli stessi che si preoccupavano degli aumenti della bolletta energetica qualche settimana fa…
Proviamo a ricordare il quadro della situazione: da mesi il gas sta aumentando di prezzo, e il conflitto in corso fa da acceleratore. Le quantità disponibili diminuiscono, un po’ per cambiare paese fornitore, un po’ perché qualcuno ce ne manda meno… e, sullo sfondo, resta la nostra emergenza climatica che ci obbliga a ridurre i consumi. Credo che il limite di questa iniziativa sia la durata limitata (fino al primo settembre): una norma di buon senso dovrebbe valere 365 giorni l’anno, chiudendo le porte con i condizionatori e i termosifoni accesi. Come ognuno fa a casa sua.