No T.A.B. 82
martedì 5 luglio 2022 | di Patrizio Suppa
In questi giorni già ben assolati ha contribuito a scaldare ulteriormente gli animi il comunicato dell'Ordine degli ingegneri che auspicava di portare la tramvia fino al Duomo. Per dovere di cronaca, in principio ero contrario al passaggio del tram dal Duomo, poi, viste le alternative, devo dire che sarebbe meglio tornare al progetto originario. Il fantomatico tratto sotterraneo è stato accantonato, e ci troviamo con un accrocchio in piazza San Marco, probabilmente con i bus parcheggiati davanti alla facciata della chiesa. Un interessante articolo sulla “Nazione” di ieri conteneva il commento alla proposta degli ingegneri dei presidenti delle due associazioni dei commercianti. Entrambi d'accordo sulla contrarietà alla proposta. Uno perché “non si possono sempre mettere in discussione le decisioni già prese”: io direi perché no? Dopo quasi quindici anni si potrebbe, anzi, si dovrebbe, visto che c'è un vistoso buco nella rete delle tramvie e questo comporta un allungamento dei tempi di percorrenza e una carenza di servizio. L'altra contrarietà è sorprendente: “la politica ha deciso diversamente ed è in linea con chi, invece, ha richiesto luoghi di socialità e di servizio. Quella passeggiata di 2 o 300 metri fa bene alla nostra salute oltre che all'estetica di una delle piazze più belle del mondo”. I “luoghi di socialità e di servizio” sono locali dove legittimamente si consuma e si paga. Ridurre la socialità alla consumazione di un cappuccino o di un aperitivo mi pare davvero eccessivo: quante saranno le panchine per sedere e fare due chiacchiere (gratis) davanti alla bellezza del battistero? E all'estetica della piazza fa meglio un tram che fa avanti e indietro o l'accampamento di ombrelloni e tavolini con (eccellente) vista? Sulla salute, benissimo: due o trecento metri a piedi sono anche troppo pochi per chi è in grado di percorrerli. Non tutti possono però, ed è da loro che dovrebbe partire la progettazione per creare una città inclusiva e giusta: disabili, anziani, genitori con bimbi piccoli e così via. Far finta che queste esigenze non ci siano è come evitare salire sulla bilancia per non ingrassare.
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