E i bambini?



In questo fine settimana in molte città italiane si è tenuta la consueta manifestazione “Bimbinbici”, iniziativa per promuovere la cultura della mobilità sostenibile (e aggiungerei indipendente) per bambini e ragazzi.
A livello internazionale, nei giorni scorsi la campagna Clean Cities ha organizzato una serie di manifestazioni in tutta Europa per chiedere strade sicure e aria pulita per i bambini e i ragazzi.
Nel mezzo della pandemia (che tutte le promesse si porta via) è stato modificato il codice della strada creando tante novità, tra cui le “strade scolastiche”. Nonostante i mesi passati, mancano i regolamenti attuativi, e nessuno (o quasi) si muove: se fossi una ragazza nordeuropea con le trecce definirei tutto questo il solito “bla, bla, bla”.
Perché servono le strade scolastiche? Passate davanti ad una scuola verso le 8 o le 16 per capirlo: fanno calare l'inquinamento dell'aria e riducono il rischio di essere investiti. Vi pare poco?
La strada scolastica è innovativa come l'acqua calda: è una banale Ztl che dura meno di una normale Ztl, più o meno un'ora negli orari di ingresso e uscita dalle scuole. Serve un regolamento attuativo? Probabilmente non lo vedo, ma l'articolo 7 comma 11 bis del Codice della strada non mi pare lo indichi, ma anche se fosse necessario, lo ripeto, basta fare una mini Ztl.
Mah, se qualcuno, per giusto per fare un esempio improbabile, volesse fare un'ordinanza che imponga il casco obbligatorio, che sarà mai vietare il traffico su qualche decina di metri di strada per un paio d'ore al giorno, festivi esclusi?
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