Beh, oggi ritorna lo sciopero per il clima: l’emergenza corre, e non c’è tempo da perdere.
Io mi iscrivo di diritto negli “ambientalisti radical chic” (anche se poco chic, lo ripeto) e negli “ambientalisti oltranzisti ideologici”
citati dal ministro che dovrebbe transitarci ecologicamente verso il futuro.
Le emissioni si riducono riducendo e modificando i consumi: inoltre, è necessario ripensare la società e aiutare chi con quei consumi ci mangia.
Non sopporto le semplificazioni, ma non mi pare ci siano altre vie d’uscita: continuare a costruire, consumare suolo, investire in energie poco rinnovabili, produrre auto gigantesche a batteria non penso possa aiutarci molto.
Secondo un sondaggio Ipsos, l’81% degli intervistati italiani pensa che il cambiamento climatico sia una vera emergenza (e il 3% pensa che non esista), anche se il concetto di transizione energetica è chiaro solo al 19%.
Questa manifestazione punterà di nuovo l’attenzione sull’emergenza climatica, in vista della conferenza Cop 26 di Glasgow. La durata di questa attenzione è nelle nostre mani.