Dipende dall'arma
lunedì 12 luglio 2021 | di Patrizio Suppa
Nei giorni scorsi si è conclusa la vicenda delle due sedicenni romane investite e uccise da un giovane poco più grande di loro nei giorni precedenti il Natale 2019. Dalle indagini è risultato che le due ragazze stavano attraversando con il verde un viale di circonvallazione, e nel frattempo è arrivato il giovane neopatentato ad alta velocità, un po’ alticcio e giocherellante con il cellulare. Per le ragazze non c’è stato scampo. Finora il giovane è stato agli arresti domiciliari, mentre adesso la pena è stata stabilita in obbligo di dimora e dovrà essere a casa tra le 22 e le 7 del mattino per cinque anni e quattro mesi, a cui andranno tolti (immagino) l’anno e sette mesi scontati ai domiciliari. Questo ha deciso la giustizia, e non ho strumenti per contestare la decisione. Però mi resta una domanda: se invece di un’auto le avesse uccise giocherellando con una pistola la sentenza sarebbe stata diversa? Nel frattempo sabato scorso in via Senese è morto un ciclista: pare che sia stato investito da uno scuterista in sorpasso mentre procedeva in senso opposto.
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