Articolo 34
venerdì 30 aprile 2021 | di Patrizio Suppa
La scuola è un diritto, e guai a chi lo tocca. Volendo estendere il ragionamento, se la scuola è un diritto, anche andare e ritornare da scuola dovrebbe essere un diritto, meglio se in sicurezza: se un diritto non è accessibile, che diritto è? Chi mi conosce sa che una mia vecchia fissazione è la raggiungibilità delle scuole in bici. In città è possibile, nelle frazioni collinari è più complicato. Detto questo, voglio fare un ragionamento sulla miriade di case messe su nel corso degli anni in città, nelle frazioni e nei comuni limitrofi a Firenze. Niente di male, però spesso le costruzioni in campagna sono all'esterno dell'abitato, e quindi difficilmente raggiungili a piedi, se non passeggiando pericolosamente sul bordo strada. Eppure quando i progetti vengono presentati, approvati ed eseguiti tutti sanno che quei disegni diventeranno abitazioni, e queste saranno occupate da persone che dovranno andare al lavoro, a scuola, a far la spesa... senza che nessuno pensi che servirebbe un marciapiede per arrivare al paese, alla frazione o almeno alla fermata del bus. Capita quindi di vedere qualche ragazzino che, sceso dal pulman, cammina sul bordo di una provinciale per 3-400 metri fino a casa. E se invece del casco per ciclisti ci fosse il marciapiede obbligatorio?
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