Elogio del burocrate
giovedì 29 aprile 2021 | di Patrizio Suppa
Nei giorni scorsi ho letto vari articoli sulla vicenda delle concerie. Tutto dovrà essere provato e superare più livelli di giudizio, ma non posso fare a meno di pensare ad un personaggio di cui le cronache si occupano in modo marginale.
Lasciamo perdere le varie figure politiche, e concentriamo l’attenzione su una: il funzionario Arpat che ha fatto quello che doveva fare, e per questo alcuni degli indagati hanno cercato di farlo rimuovere. Non sarà un eroe, ma posso immaginare la pressione a cui potrebbe essere stato sottoposto. Le indagini ce lo diranno.
Penso ad un altro funzionario, ad un altro livello: il Sovrintendente fiorentino. Ha difeso lo stadio di Nervi mentre altri lo volevano radere al suolo, finché i più grandi architetti del mondo hanno sostanzialmente detto che aveva ragione lui. E tutti si sono zittiti, scoprendo l’alto valore architettonico dello stadio e, diciamolo, facendo una figura barbina.
Tecnicamente si tratta di due burocrati, cioè, almeno nel significato originario, due impiegati pubblici che hanno fatto il loro lavoro. Due dei tanti.
In altre occasioni più banali, la mia esperienza personale mi fa dire che talvolta relazionarsi con qualcuno di loro può essere complicato, anzi, molto complicato. Sarebbe però ingiusto fare di tutta l’erba un fascio.
Da settimane viene chiesto di modificare il codice degli appalti per accelerare i cantieri finanziati con i fondi europei, ed è curioso vedere gli stessi che prima discutono e approvano leggi severissime per evitare infiltrazioni mafiose e tangenti poi chiedano di alleggerire le norme per evitare lungaggini e snellire i procedimenti. La stessa cosa a volte capita con le normative di tutela ambientale.
E’ così difficile mettere insieme legalità, tutela della salute e praticità?
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