Durante il confinamento di un anno fa, alcuni servizi hanno continuato a funzionare, compreso il trasporto su gomma perché le merci che acquistiamo in negozio o on-line non si muovono in allegato alle email, ma su camion, a volte anche dopo essersi spostate in nave, treno o aereo.
E’
successo che tra marzo e maggio due autovelox della Fipili hanno registrato agli aderenti ad una associazione di trasportatori 1250 superamenti del limite (70 km/h), con oltre 100.000 euro di multe da pagare. C’è stato un primo incontro con la Città metropolitana a luglio,e questa si era presa l’impegno di verificare i verbali e dare una risposta.
Non ricevendone, l’associazione ha indetto una legittima protesta per il 29 maggio, con un corteo rallentato di camion. Non sono un legale, ma se il limite è stato superato e gli autovelox erano correttamente funzionanti, non credo che ci siano altre strade che pagare le multe.
Detto questo, aggiungo il mio rispetto per chi fa un lavoro duro e indispensabile, ma, ed è una mia fissazione, chiedo anche il rispetto del limiti di velocità: è vero che in quel periodo c’erano praticamente solo camion in giro, ma la velocità, insieme alla distrazione, è una delle maggiori cause degli incidenti stradali, che si circoli da soli o in tanti.
Ogni giorno che passa mi rendo conto che il controllo della velocità è considerato una violazione della propria persona e della libertà. Io invece credo che non si controlli abbastanza, come ciclista e anche come sporadico automobilista.