Furbino, lui
lunedì 9 novembre 2020 | di Patrizio Suppa
Torno sull’argomento “bonus mobilità” perché sabato ho letto un articolo scandalizzato: qualcuno è riuscito a prendere il bonus e vende on-line il monopattino elettrico, che comprerà su “ordinazione”. Grazie all’incentivo lo acquisterà ad un prezzo inferiore di quello di vendita, e lo rivenderà ad un prezzo un po’ più alto, ma sempre al di sotto di quello di acquisto, facendo risparmiare l’acquirente e intascando la differenza. Contenti in due, a spese dello Stato. Non era difficile da prevedere e mi rendo conto che non sia un’attività proprio cristallina, ma pensiamoci un momento: il venditore, per “conquistare” il bonus ha dovuto prepararsi e fare la fila virtuale di cui hanno parlato i giornali nei giorni scorsi. Certo, sarebbe stato meglio che quel bonus l’avesse preso qualcuno che ne aveva davvero bisogno, ma è proprio il meccanismo che doveva essere diverso. L’articolo era scandalizzato, e può anche andar bene. Però, un legale ma simile meccanismo avviene per i bonus per il risparmio energetico: potresti usufruire del bonus del 110%, ma se vuoi cedere il credito di imposta ad una banca o ad una impresa di costruzioni, tu non paghi niente, ma questa si trattiene il 10%. Senza neanche dover cercare di collegarsi alla lotteria sul sito di un ministero.
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