Il confine destato
venerdì 19 giugno 2020 | di Patrizio Suppa
Non ci voleva la palla di vetro per scoprirlo: la ciclabile del viale Nenni finisce sul cartello con scritto “Scandicci”. Si riempiono tutti la bocca con la “Grande Firenze” e con l’invito a pensare in ambito “metropolitano”, poi, quando c’è da fare un’opera a costo quasi zero per collegare due Comuni, ecco che si ritorna ai campanilismi di secoli fa. L’occasione di fare la ciclabile in concomitanza con la costruzione della tramvia, quindici anni fa, è andata perduta nonostante i nostri solleciti. Oggi in qualche maniera si recupera il tempo perduto, ma solo fino al confine comunale. Di là, oltre quel cartello, forse l’inquinamento, il traffico e il caos non ci arrivano. Oltre quel cartello le ciclabili non servono, perché i pericolosi cialtroni motorizzati si fermano lì, prima di scavalcare la Greve. La pista del viale Nenni, che doveva essere fatta già negli anni ‘80 quando è stato aperto “lo stradone”, serve ai ciclisti. Che questi abitino a Firenze o a Scandicci, a chi vuoi che importi? Che sia per andare o per tornare, sempre da lì bisogna passare. C’è da fare un servizio ai cittadini, quelli che oggi vanno in bici e, soprattutto, a quelli che auspichiamo ci vadano domani.
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