Ma mi faccia il piacere 39




Non può che suscitare il sorriso leggere la proposta di alcuni consiglieri comunali di dotare i vigili urbani di fucili semiautomatici durante il loro servizio di controllo lungo la strada. Se con un po’ di sufficienza pensate che hanno già la pistola, beh, “i fucili sono più precisi”. Certo che sono più precisi, vengono usati da cecchini o cacciatori per colpire obiettivi a centinaia di metri di distanza, ma la loro utilità a breve distanza è da verificare… anche perché siamo in città, non in zona di guerra o nei boschi, e intorno ai vigili potrebbero esserci sono giovani, anziani, bambini, panettieri, geometri, e tutta l’umanità che vive in una città.
La concezione di sicurezza di certi personaggi è piuttosto distorta. I morti per omicidio sono un decimo di quelli per incidente stradale. Parlare di sicurezza dei cittadini senza avere in mente questi numeri fondamentali ci manda fuori strada. Invece dei fucili semiautomatici, teaser e giubbotti antiproiettile, io darei ad ogni vigile un autovelox portatile.
Mi accaloro su questo argomento perché domenica è la giornata internazionale del ricordo delle vittime di incidenti stradali. I giornali ci raccontano quando è la giornata mondiale della poesia, dello yoga o della pizza, ma quella in cui si ricordano i morti a causa del traffico passa sempre in sordina.
Voglio parafrasare una frase di Malala Yousafzai, la ragazza pachistana premio Nobel per la pace, che voleva solo andare a scuola ed è scampata all’attentato di qualche fanatico: un vigile, un autovelox, un blocchetto e una penna possono salvare il mondo.



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