Qualche giorno fa sul principale quotidiano economico italiano c’era un articolo che raccontava di un rapporto dell’
Opec (l’organizzazione dei paesi produttori di petrolio) che inizia a fare i conti con la previsione della diminuzione della domanda nell’area
Ocse già dal 2021-2022.
Aspettiamo a tirare un sospiro di sollievo: fino al 2040 è comunque previsto un aumento mondiale dei consumi petroliferi, soprattutto in Asia, di quasi 12 milioni di barili.
E anche se l’Opec è a favore degli accordi di Parigi, affremano anche che è probabile che i paesi in via di sviluppo che esportano energia subiscano gli effetti della riduzione dei consumi: contenere l’aumento delle temperature entro i 2 gradi comporta la diminuzione di produzione di energia e “conseguenze avverse sulla sostenibilità e sulla futura crescita” anche per qualche paese Opec.
Che la diminuzione della produzione e del consumo di petrolio abbia conseguenze avverse sulla sostenibilità mi pare curioso, con tutta la letteratura scientifica che è stata prodotta finora.
In ogni caso, sempre secondo lo stesso rapporto, nel 2040 i veicoli elettrici saranno il 13% del totale, e il 43% dei consumi petroliferi riguarderà sempre il carburante per i veicoli.
L’area di maggior crescita sarà il trasporto aereo, +1,5% all’anno, con buona pace dei fautori degli aeroporti ecologici.
Alla fine il cambiamento sta arrivando, ma senza fretta. Chissà se ne avremo il tempo...