Sono un tipo da ancien régime
mercoledì 31 luglio 2019 | di Patrizio Suppa
E’ il mondo che cambia, e io non riesco a stare al passo. Mi ha colpito il crollo del controsoffitto alla pensilina della stazione. Non in senso fisico, per fortuna, ma per il fatto in sé. La stazione di Santa Maria Novella è “la” stazione di Firenze, ma è anche un monumento nazionale: chi se ne ricorda? Negli ultimi anni la stazione è cambiata, trasformandosi in un centro commerciale dove arrivano i treni. E’ la modernità, dirà qualcuno. Ok, dirò io, ma voglio anche dire che non mi pare una grande evoluzione. Fino a qualche tempo fa treni, binari, stazioni e spazi affini erano sotto il cappello delle Ferrovie dello Stato. Adesso sono gestiti da società diverse, perché l’Europa, la modernità o chissà chi vuole così. Questo, secondo me, ha portato a separare gli interessi di chi gestisce i treni e da chi gestisce le stazioni. I primi hanno bisogno della stazione per far salire e scendere i passeggeri, i secondi hanno bisogno di far fruttare gli spazi delle stazioni, anche quando i treni non ci sono. Gli servono clienti, non passeggeri. Sarà questo il motivo per cui è sparita la sala d’aspetto per chi usa i treni regionali, riempiendo di seggioline l’ampio salone della biglietteria e riducendolo ad una sorta di rumoroso bivacco. Tempo fa ha fatto scalpore la cappella trasformata in supermercato. L’Amministrazione comunale ha chiesto a chi gestisce la stazione i tempi di ripristino e una verifica sugli eventuali altri interventi da effettuare prima che succeda qualche altro guaio, magari più serio. Sarò un nostalgico, ma preferivo la stazione quando faceva la stazione: giornalaio, bar, ristorante, e poi biglietterie, informazioni, sale d’aspetto e treni, treni, treni.
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