La Cop sei tu


Sono gli ultimi giorni della Cop 30 di Belem, e se il buongiorno si vede dal mattino, non pare che possa diventare una buona giornata. Dopo la protesta degli indigeni, c'è voluto il video messaggio del Papa per provare a dare una spinta alla discussione: non sta fallendo l'accordo di Parigi, stiamo fallendo noi nella risposta. Come dargli torto? Nel frattempo, qualcuno lavora per affossare un possibile accordo.
I costruttori di auto stanno invece premendo sulla Commissione per rivedere/modificare/diluire i tempi di transizione verso la mobilità elettrica.
In tanti fanno presente che nelle auto elettriche c'è il problema dell'estrazione del litio e del cobalto e dello sfruttamento dei bambini in queste miniere spesso illegali, che c'è e non si può negare, ma si tralascia di dire che circa 2 miliardi di persone (un quarto della popolazione mondiale) vive vicino a infrastrutture legate ai combustibili fossili, e quindi esposti a rischi ambientali e sanitari. Di questi, 520 milioni sono bambini.
Non voglio mescolare mele e pere, ma la situazione attuale, a cui tanti sono devoti, non è che sia un granché. La mobilità elettrica non potrà essere la soluzione, ma una transizione verso un nuovo sistema di organizzazione sociale, dove la necessità di utilizzare un veicolo privato possa essere ridotta al minimo, perché, lo ricordo ancora, anche i mezzi elettrici hanno bisogno di parcheggi e autostrade, con tutto quello che ne consegue. Stare in coda in una macchina elettrica mi farà limitare le emissioni, ma non migliorerà la qualità della mia vita.
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