Un Trattato di non proliferazione
				    lunedì 3 novembre 2025 | di Patrizio Suppa  
                     
                    
 
 In questo fine settimana è avvenuto un ennesimo tragico scontro stradale, dove un giovane ha urtato un’auto della polizia facendola andare fuori strada e uccidendo un poliziotto e ferendone gravemente un altro. Il giovane era alla giuda di un gippone e in stato di alterazione. Il ministro dei trasporti ha scritto che non si può parlare di incidente, ma di omicidio. Sommessamente, leggendo i dati Istat sull’incidentalità stradale si vede che la loro causa è dovuta al comportamento scorretto del conducente (o del pedone) nel 93,4% dei casi. Praticamente, gli incidenti non esistono, e tutti farebbero bene a ricordarlo. La mia riflessione, dopo questa nuova tragedia mi porta a dire che forse è il momento di dire basta ai gipponi. Sì, basta: sono pesanti, ingombranti, sempre più veloci e pure inquinanti. Forse se lo scontro fosse avvenuto con un’utilitaria non ci sarebbero state queste conseguenze.  Voglio quindi fare un esercizio di fantasia e pensare ad un gruppo di studio composto da fisici e medici per valutare quale sia il limite di peso, potenza e altezza del frontale oltre il quale un oggetto del genere può diventare pericoloso. Dati alla mano, i governi dovrebbero poi vietare la circolazione dei veicoli che superino quel limite. Direte che così si lede la sacra libertà di scelta dei consumatori e quella delle imprese di soddisfare i clienti… lo so, è così. Però proviamo ad andare oltre. La comunità internazionale stipula accordi per mettere al bando attività o strumenti pericolosi per tutti: per esempio la tortura o l’uso dell’amianto, ma pure in un campo come la guerra, dove le regole sembrano non esistere, si prova ad accordarsi per non usare determinate armi: chimiche, biologiche, nucleari e persino le economiche mine antiuomo. Si può pensare di farlo anche per certe auto? Tutti noi andiamo per strada, a piedi o con un veicolo, e se certi mezzi pesanti sono necessari per il trasporto delle cose e per determinati lavori, non si capisce perché nelle nostre caotiche città dobbiamo permettere il transito di auto enormi mentre le strade restano quelle che sono. Esagero? Forse, ma mi piacerebbe aprire una riflessione. 
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