Pane o parcheggi?



Non so se il buongiorno si vede dal mattino, ma la puntata cittadina del ministro di trasporti e infrastrutture ha mostrato qual’è il suo punto di vista. Bisognerà vedere come si concretizzerà, anche perché, da quello che ho letto, non ho trovato molti punti di contatto con i progetti che la nostra città sta portando avanti. Grande affinità su alta velocità e aeroporto (e anche sul il casco per i monopattini!) tra sindaco e ministro, le crepe si sono mostrate quando il secondo ha dichiarato le sue perplessità sullo scudo verde, sulle tramvie e, pare, anche sulla ristrutturazione dello stadio.
Leggere frasi come “non è mia la battaglia contro le auto”, “nessun sistema di trasporto deve essere fatto per lasciare a piedi o danneggiare la gente” e “dare multe a chi non si può permettere l’auto nuova significa danneggiare chi lavora” danno immediatamente l’idea della direzione dove si potrebbe andare a finire.
Non so, mi pare che quella che ne esce sia una mentalità da anni Settanta (prima dello shock petrolifero): davvero si può pensare ancora che limitare l’uso dell’auto privata sia una limitazione della libertà? Si può continuare a pensare a costruire strade e parcheggi consumando il suolo che dovrebbe darci il cibo che mangiamo? Visto che lo spazio utilizzabile è ben definito, una scelta esclude l’altra: o il pane o il parcheggio.
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