E quindi uscimmo a riveder le stelle
venerdì 10 settembre 2021 | di Patrizio Suppa
Le parole sono importanti, lo dico da sempre, e quando qualcosa comincia ad assumere un significato negativo, ecco la trasformazione: quando il Suv ha cominciato ad essere ingombrante e sgradito, ecco arrivare il crossover, che è un gippone un po’ più piccolo e arrotondato. Adesso, visto che in tantissimi hanno alzato le orecchie sentendo parlare di energia nucleare, ecco che una nota compagnia petrolifera tira fuori l’energia stellare. Caspita, penso all’energia stellare e mi vengono in mente queste luci sempre accese nel cielo, che rispetto a noi sono praticamente eterne, e la poetica sulla notte, le parole finali delle tre cantiche della Divina Commedia, gli innamoramenti struggenti sotto il cielo notturno… e poi mi vengono in mente i filmoni fantascientifici: Guerre stellari, Odissea nello spazio, Blade runner, I guardiani della galassia… poi, gratta gratta si scopre che la cosiddetta energia stellare non è altro che la fusione nucleare, ottenuta con la fusione degli atomi di idrogeno. E’ il “principio di funzionamento” del sole e delle stelle, ma chiamarla energia solare sarebbe stato troppo. Ecco quindi l’energia stellare, cioè la fusione nucleare che, rispetto alla fissione (la tecnologia attuale), dovrebbe produrre meno scorie, ma è talmente potente da essere difficilmente governabile. Si parla di qualche risultato entro dieci anni, ma io ne sento parlare da almeno quaranta. Visto che siamo in transizione, più che pensare a qualcosa che potrebbe esserci o forse no, per non correre il rischio di arrivare impreparati al futuro, io punterei su efficienza e risparmio energetico, oltre che sulle rinnovabili: meglio l’uovo oggi della gallina (forse) domani.
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