Ice-skating for future?
venerdì 20 dicembre 2019 | di Patrizio Suppa
Farò la figura del rompiscatole, lo so, però a volte non riesco a bloccare le domande che mi vengono. Se poi trovo anche qualche rispostucola, è anche peggio. E’ facile fare gli ambientalisti con la CO2 degli altri, però non sono io che ho dichiarato l’emergenza climatica comunale: sono all’antica, e alle dichiarazioni mi aspetterei dei fatti. E invece... Passando dalla Fortezza mi sono chiesto quanto può consumare un impianto di pattinaggio su ghiaccio montato in una città che non è climaticamente adatta allo scopo. Mi sono messo a razzolare tra le pagine internet ed ho trovato i dati di una pista da pattinaggio montata in Svizzera qualche anno fa. Non saprei se i dati siano comparabili, ma ho voluto fare due calcoli. La pista svizzera è grande 450 m2 e per circa un mese di funzionamento ha consumato 16.000 kw/h per la produzione e il mantenimento del ghiaccio. Significa poco più di 550 kw/h al giorno. Ogni kw/h di energia elettrica italiana “tradizionale” produce 430 g di CO2, quindi ogni giorno fanno 236,5 kg. Per capirsi, è come se ci fosse una Panda che girasse per più di 2100 chilometri… ogni giorno. Ad occhio, la nostra pista è lunga 320 metri (la più lunga d’Europa…) e larga più o meno 5, quindi l’area ghiacciata, grosso modo, dovrebbe essere circa 1600 m2, quasi il quadruplo di quella svizzera… ma ammettiamo che i valori siano comparabili con la piccola pista elvetica: considerando che la pista sarà aperta fino al 29 febbraio, fanno quasi 20 tonnellate di CO2. Sono calcoli approssimativi su un impianto più piccolo, ma rende l’idea, no? A me piace pattinare, ma in un momento di emergenza climatica avrei evitato di produrre emissioni per una iniziativa bella ma voluttuaria: l’iniziativa è privata, però il suolo è pubblico.
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