Il 2018 si conclude con un’affermazione che mi riporta indietro di dieci o vent’anni: la tramvia non va bene perché porta via spazio alle auto.
E’ questo quello che capisco da un
editoriale uscito qualche giorno fa sul progetto di far arrivare la tramvia a Bagno a Ripoli. Ma non basta: la nuova tramvia sui viali ridurrebbe “i nostri ring così apprezzati nelle grandi capitali europee” a “straducole”, anche, udite udite, per “mantenere le piste ciclabili”. C’è qualcuno a Berlino, Parigi o Amsterdam che apprezza i viali fiorentini?
Vent’anni di cantieri, polemiche, referendum, soluzioni bizzarre e anche demenziali e siamo ancora lì, a chiedere la metropolitana, perché le tre corsie per senso di marcia dei viali non possono essere toccate.
Chiedere aria respirabile, meno rumore e morti per strada è da “ultras pseudo-ambientalisti che ignorano il valore del lavoro e di una mobilità plurale”.
Fate voi: la tramvia ha un sacco di pecche, ma serve. Gli spazi cittadini sono fisicamente limitati, e devono essere utilizzati al meglio. Sappiamo che nello stesso spazio i mezzi pubblici spostano più persone dei mezzi privati: è una legge fisica, non una stregoneria pseudo-ambientalista.
Definire “mobilità plurale” lo spostamento di singole persone in singole automobili è un po’ contraddittorio, così come stabilire che il “valore del lavoro” si manifesti con le code in auto: quanto tempo perde per strada un operaio, un impiegato o un professionista? L’ho scritto qualche giorno fa: lo studio di una assicurazione non pseudo-ambientalista ci ha detto che rispetto a una decina di anni fa mediamente passiamo sei minuti in più al giorno in auto… e allora è forse il ciclista che è più produttivo…
Ci auguro un prossimo anno più pedalabile… anche se con le elezioni in arrivo ne vedremo delle belle.