Stiamo arrivando alla stretta finale del famoso 20-20-20 dell'Unione europea. Il nostro Paese ci sta forse arrivando all'incontrario, anzi, probabilmente si sta allontanando.
Se c'è una via di uscita in un periodo di crisi come questo, non può passare che dal risparmio energetico e dallo sviluppo delle risorse rinnovabili. Sembra lo abbiano capito tutti, addirittura il neo eletto Presidente degli Stati Uniti prospetta una robusta virata in senso ambientalista con un progetto paragonabile (se non addirittura più ambizioso) con quello europeo.
Mentre si abbracciano fonti energetiche come il carbone "pulito" e si ricomincia a parlare di nucleare (come se questo non fosse esauribile), all'estero si investe in pale eoliche, pannelli solari, coibentazione: sì, perché da noi, il paese del sole, le nostre case consumano il doppio dell'energia (corrente e riscaldamento) di quelle che si affacciano sul Baltico.
Le emissioni delle auto, che coprono circa un terzo di quelle dei gas serra, sono anch'esse al centro delle trattative. Una bozza iniziale prevede che quelle delle auto europee arrivino a 130 grammi per chilometro nel 2012 (adesso siamo a circa 160), mentre una revisione chiede che siano solo il 65% ad arrivarci nel 2012 e tutte nel 2015, a patto di arrivare a 95 grammi nel 2020. Buon risultato, purché non ci si dimentichi che sono i motori diesel a emettere meno CO2 rispetto a quelli a benzina, e che rincorrere l'abbattimento dei gas serra ci faccia perdere di vista le altre emissioni.