Lo spettacolo deve continuare
martedì 9 dicembre 2008 | di Patrizio Suppa
Ogni anno la pubblicità della più popolare rassegna motoristica italiana lascia un segno particolare nella cultura del Paese.
Quest’anno lo slogan è “Donne e motori? Motori”. E’ la soluzione di un
dilemma, efficacemente spiegato con l’immagine di un bel giovanotto che
dorme abbracciando un manufatto meccanico.
Il giovanotto ha fatto la sua scelta, e probabilmente riposerà
tranquillo. Aver scelto i motori piuttosto che le donne (o gli uomini,
fa lo stesso) gli semplificherà la vita, perché il motore si accende e
spegne a comando, fa chiasso quando vogliamo che faccia chiasso ed è
tranquillo quando glielo chiediamo.
Chissà perché, io preferisco le persone, assumendomi il rischio di
trovarmi intorno qualche squallido personaggio (capita, eccome se
capita) o piuttosto splendidi elementi con cui parlare da pari a pari,
persone da cui imparare. Per questo non sono mai andato a questa
mostra, né, credo, ci andrò mai.
Chissà se chi entra a questa mostra usa la bici per andare al lavoro o
a scuola. Chissà se fa attraversare i pedoni sulle strisce, o se si
rende conto del livello di inquinamento delle nostre città. Non lo so.
Ma il messaggio che gli è rivolto con quel manifesto è che può
scegliere con soddisfazione una sedici valvole piuttosto che una due
ginocchia, che con la prima può andare dove vuole lui e con la seconda
invece dove vuole lei (o, almeno, deve intavolare una trattativa).
I motori sono quindi più pratici. Ma non stupitevi più se per un
graffio o un semaforo rosso bucato qualcuno tira fuori un coltello.
|