Piano con le parole
martedì 7 maggio 2024 | di Patrizio Suppa
Nella pagina motoristica di un importante quotidiano era pubblicato il commento di un giornalista che raccontava di come la definizione di auto elettrica stia cambiando da “sostenibile” a “consapevole”, con i soliti argomenti triti e ritriti: non sappiamo quanta energia viene utilizzata nella sua costruzione, da dove proviene quella che ricarica le batterie, quanto inquina estrarre terre rare e così via. Tutti argomenti verissimi e anche condivisibili, ma che scaturiscono da una visione che resta autocentrica. E' il concetto di automobile che non è sostenibile, a prescindere dal carburante utilizzato Come ho già scritto tempo fa, l'auto elettrica ha il solo vantaggio di eliminare le emissioni locali (ed è un discreto passo avanti) e un poco il rumore, ma ha tutti i difetti delle altre: l'auto elettrica occupa spazio, consuma suolo, sta in coda, uccide esattamente come quella a benzina. Infine, basta con le ipocrisie: spesso chi si preoccupa delle miniere di cobalto e delle terre rare soprassiede sulla produzione delle auto “tradizionali” e sull'estrazione del petrolio necessario per farle muovere, come se le auto e la benzina fossero portate dalla cicogna. Eppure basterebbe ricordare gli incidenti con conseguente sversamento di petrolio di petroliere, piattaforme, oleodotti e così via. L'auto elettrica non è sostenibile come qualsiasi altra auto, esclusa forse quella dei Flintstones.
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