venerdì 20 dicembre 2013

Facendo seguito alle osservazioni inviate qualche giorno fa da un nostro socio circa le dichiarazioni dell'Assessore all'Ambiente del Comune di Firenze, Caterina Biti, circa la qualità dell'aria a Firenze (vedi qui), vogliamo condividere la lunga ed argomentata risposta dell'assessore stesso, che pubblichiamo integralmente senza ulteriori commenti.

Egregio XXX XXX,

la sua e-mail mi da modo di chiarire alcune delle questioni che Lei ci espone.

Le disposizioni normative per quanto riguarda la qualità dell’aria discendono dalla direttiva europea 2008/50/CE, recepita dalla normativa italiana col D.lgs 155/2010; in base a quest’ultima la Regione Toscana ha definito la zonizzazione del territorio regionale e la nostra città, insieme ad altri sette comuni circostanti fa parte di un’area omogenea chiamata “Agglomerato di Firenze” all’interno del quale le centraline che costituiscono la rete di rilevamento sono state posizionate secondo le norme di legge.

Nell’agglomerato di Firenze sono presenti cinque stazioni di rilevamento. Di queste, tre sono chiamate “urbana fondo” e i dati da queste provenienti sono rappresentativi della qualità dell’aria e da prendere a riferimento per i provvedimenti da adottare in caso di superamento dei valori limite dei vari inquinanti; le altre due denominate “urbana-traffico”, hanno una funzione di verifica puntuale della situazione nelle zone con le maggiori emissioni derivanti dagli autoveicoli. Come vede quindi le centraline sono localizzate in modo tale da fornire campioni di dati rappresentativi di una media cittadina.

Il trend del livello dell’inquinamento in città è in calo per vari parametri, fra cui le polveri sottili; infatti, i dati di PM 10, PM 2,5 ed NO2 rilevati da queste centraline rientrano ampiamente nei limiti ormai da qualche anno. I valori relativi alla media annuale di PM 10 sono stati rispettati in tutte le zone dell'agglomerato di Firenze.

Le emissioni dalla sorgente traffico, durante l’inverno, sono più percepibili perché restano a livello del suolo, specialmente durante le giornate più fredde nebbiose e quando la stabilità atmosferica riduce fortemente la possibilità di dispersione degli inquinanti. Pertanto, specialmente chi percorre le strade di maggior traffico a piedi o in bicicletta avverte un maggior disagio.

Le emissioni da impianti termici, anche se meno percepite, perché eliminate più in quota, si vanno ad aggiungere a quelle dei veicoli contribuendo all’innalzamento dei valori degli inquinanti.

Occorre comunque mettere in atto tutto ciò che è oggettivamente praticabile per la riduzione delle emissioni. Nessun intervento da solo è risolutore: solo un’ampia varietà di misure possono determinare un miglioramento della qualità dell’aria.

Ogni Ente interviene in relazione alle proprie competenze; i Comuni pianificano gli interventi in specifici Piani di Azione Comunale (PAC) per il risanamento della qualità dell’aria cercando di agire sulle varie sorgenti, di cui le più importanti sono il riscaldamento domestico ed il traffico.

Le principali azioni messe in atto negli anni hanno riguardato divieti di carattere permanente alla circolazione dei mezzi più inquinanti, misure per la sostituzione dei veicoli più vetusti con veicoli a minori emissioni (elettrici, ibridi, a metano o gpl), finanziati con appositi incentivi previsti da fondi regionali e l’utilizzo di sistemi di mobilità alternativa.

Disponibile a ulteriori chiarimenti , le invio i miei più cordiali saluti e colgo l’occasione per farle i migliori auguri di Buone Feste

Caterina Biti


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